I vigili: "Così funzionano i clan dell’elemosina"

Il comandante della polizia municipale di venezia: "Possiamo solo sequestrare l’obolo e vietare alcune zone ai clochard"

Comandante Marco Agostini, esiste un problema-mendicanti a Venezia?
«Sì. Negli ultimi tempi è diventato più grave».
Può fare delle cifre?
«Le persone che chiedono regolarmente l’elemosina sono oltre 100, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica».
Come pensate di affrontare la questione?
«Attraverso una modifica del regolamento di Polizia Urbana».
In cosa consiste la modifica?
«Prevederemo l’immediata confisca degli oboli e la contravvenzione da 25 a 500 euro per chi chiede l’elemosina sui percorsi pedonali più frequentati».
Ma se lo vede lei un barbone pagare una multa da 25 a 500 euro?
«È vero. La sanzione amministrativa ha su questi soggetti uno scarso valore deterrente».
Più efficace può rivelarsi invece sequestrare ai mendicanti l’«incasso» della giornata.
«È così. Ma tenga presente che in questi casi per arginare il fenomeno è sufficiente l’effetto-annuncio».
Cioè?
«Basterà che si diffonda la notizia del rischio-confisca e i mendicanti cambieranno aria da soli».
Non le pare una visione un po’ troppo ottimistica?
«No, sono realista. E le esperienze del passato mi danno ragione».
A cosa si riferisce?
«Ad esempio siamo riusciti a risolvere parzialmente l’emergenza della prostituzione, dei baby scippatori e del commercio abusivo».
Ma se il centro di Venezia è pieno di vu cumprà...
«Rispetto all’estate scorsa la situazione è molto migliorata. Le cito un dato: nell’ultimo mese abbiamo sequestrato oltre 20 mila borse taroccate».
Torniamo ai mendicanti, esiste un racket che li gestisce?
«Sì, sul punto non ci sono dubbi».
Etnia di riferimento?
«La maggior parte sono Rom».
Esattamente che tipo di reato commettono chiedendo l’elemosina?
«Fino ad oggi l’unica sanzione amministrativa applicabile era quella dell’intralcio alla viabilità».
In realtà potevano mendicare impunemente.
«È così. A volte permettendosi pure di fare qualche dispetto ai passanti che li ignorano».
Dispetti in che senso?
«Piccole cose, magari uno sgambetto al turista che non mette mano al portafoglio».
Qual è l’identikit del mendicante-tipo?
«Donne, bambini, falsi invalidi».
Quanto frutta passare la giornata stesi per terra con davanti un bicchiere e la scritta «Fate la carità».
«Sicuramente varie centinaia di euro».
In realtà il business dell’accattonaggio è molto maggiore.
«Chi si arricchisce davvero è l’organizzazione criminale che smista e gestisce questo popolo della disperazione. Anche se...».
Anche se?
«Penso alla recente storia di un clochard che abbiamo trovato morto. Nel magazzino dove abitava c’era dei sacchi pieni di monetine. Valore complessivo: 300 mila euro».
Cosa pensano i cittadini degli immigrati stranieri?
«I veneziani hanno da sempre nei confronti delle fasce sociali più deboli un atteggiamento di solidarietà».
Nulla a che fare con i toni rudi di certi sindaci-sceriffi del Nord-Est?
«La linea dell’amministrazione comunale è quella del massimo rigore nei confronti dei clandestini, ma anche dell’accoglienza verso chi vuole vivere nel nostro Paese rispettando la legalità. Non di rado il vicesindaco opera a diretto contatto con le nostre pattuglie: uno spirito di collaborazione istituzionale che ha già portato ottimi risultati».


Lei è un veneziano doc che ha sempre occupato in seno all’amministrazione incarichi di responsabilità, com’è cambiata la Serenissima negli ultimi 10 anni?
«È cambiata in peggio come può cambiare una città passata da un flusso medio di 10-12 milioni di turisti all’anno agli attuali 21 milioni».

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