Milano «Se è sempre così, quasi quasi gioco più spesso», deve aver pensato Flavio Roma, debuttante assoluto tra i pali della porta rossonera. Perché serate del genere non capitano tutti i giorni: in 90’ Roma ha messo insieme un paio di uscite alte e altrettante parate su tiri quasi innocui dei baresi. Segno che la coppa Italia, vista la complicatissima situazione in campionato, rappresentava per il Bari più che altro un impiccio, una formalità da sbrigare in fretta per tornare a preoccuparsi di ben altri problemi. E allora il Milan ha creduto che i biancorossi fossero soltanto una mosca fastidiosa da scacciare con un semplice colpo della mano e ha vivacchiato sulla rete iniziale di Ibra e sul raddoppio di Merkel a fine del primo tempo, cosciente di poter disporre degli avversari a proprio piacimento.
Dopo due pareggi consecutivi Allegri aveva chiesto la vittoria, e vittoria è stata. Più che alla forma, per i già citati motivi, si guardi alla sostanza: se vincere aiuta a vincere, il 3-0 contro il Bari non può che alzare l’umore dello spogliatoio rossonero, rimasto un po’ spiazzato dall’avvio col freno a mano del 2011. Una vittoria che fa piacere perché Cassano, di fronte ai colori che l’hanno lanciato, resta in campo 65 minuti, mostra nuova gamba e un’intesa con Ibra che cresce partita dopo partita: nulla di eccezionale, ma la strada intrapresa dal barese, se non altro, è quella giusta. Fa piacere perché, se anche non arrivasse Lazzari dal mercato di gennaio, Allegri ha trovato nel baby Merkel un nuovo rincalzo di sicuro valore: suo il gol del raddoppio su assist di Robinho (partito in posizione più che dubbia dopo un fallo di Ibra al limite dell’area), costellato da un paio di conclusioni a rete e fraseggi poche volte banali e dall'assist per il 3-0 di Robinho. Fa piacere perché tutti quelli che parlano di Ibra-dipendenza, impazzirebbero ad avere in squadra uno come lo svedese, arrivato ieri a quota 16 reti in 25 partite con la maglia rossonera. Fa piacere perché la partita contro il Bari segna una nuova tappa della crescita vertiginosa di Robinho rispetto all’esperienza a Manchester. A volte Binho parte dalla mattonella che fu di Ronaldinho ma i risultati son ben differenti, gli avversari sono ancora lì a guardare le sue gambe mulinare attorno al pallone che lui è già sul fondo a crossare.
Unica nota negativa la ricaduta di Pirlo, che entra a metà ripresa per Cassano, poi si fa male di nuovo e lascia il Milan in dieci.
Mercoledì, comunque, quarti di finale con la Samp: magari ci sarà pure l’occasione per parlare del passaggio in rossonero dell’esterno svizzero Ziegler, nonostante ieri Garrone abbia detto che farà di tutto per trattenerlo.
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