Santa Ici, la pagherà pure il Vaticano. «Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere- dice il cardinale Angelo Bagnasco - non ci sono pregiudiziali da parte nostra». La Chiesa, consapevole della situazione economica generale, è disponibile «a fare qualche precisazione nei tempi e nei modi opportuni» e a riconoscere «eventuali inadempienze ». Il presidente della Cei apre quindi le casse: la nuova Imu prevista dalla manovra potrebbe essere applicata agli immobili eccelesiastici. La Santa Sede dovrà farsi bastare l’obolo di San Pietro.Dunque,via libera anche in Vaticano alla tassa sulla casa.
Ma attenzione, solo «in alcuni casi » e solo per gli edifici che hanno una funzione strettamente commerciale.
Per il resto, puntualizza il capo dei vescovi italiani, vale il Concordato. «Com’è noto, la legge prevede una particolare considerazione e un riconoscimento dei valori sociali e delle attività degli enti nonprofit, tra i quali la Chiesa, e quindi pure di quegli ambienti che vengono utilizzati per quelle specifiche funzioni di valore sociale, culturale, educativo». Oratori, ospizi, ospedali, mense per i poveri. Ma, ammette il cardinale, nel vasto patrimonio immobiliare della Santa Sede c’è dell’altro.«Ritengo che si debba aggiungere che, qualora e laddove si verificasse qualche inadempienza, naturalmente si auspica che ci sia un accertamento e la conseguenza sanzionatoria».
Insomma, insiste il presidente della Conferenza episcopale, «in linea di principio» la legge è più che giusta, perché riconosce la storica funzione sociale della Chiesa, spesso costretta a sostituire lo Stato in opere di assistenza. Ma noi, conclude Bagnasco, «siamo disposti e ridiscutere alcuni punti ». E poi, «se vi sono casi concreti in cui un tributo dovuto non è stato pagato, è giusto che l’abuso sia accertato e abbia fine».E fonti della Cei confermano che è stato già aperto un dossier sulle possibili violazioni.
Le parole del cardinale sono quelle, prudenti e diplomatiche, tipiche di un principe della Chiesa. Ma raccontano di una svolta non da poco. Qualche segnale si era percepito da una frase del Papa in piazza di Spagna, l’8 dicembre durante le celebrazioni per l’Immacolata: «Abbiamo bisogno del sostegno della Madonna in questo momento così difficile per l’Italia, l’Europa e per varie parti del mondo». E un altro indizio lo si poteva trovare in una dichiarazione di un personaggio che con il Vaticano ha un rapporto particolare, Andrea Riccardi, ministro della Cooperazione e leader della comunità di Sant’Egidio. «La Chiesa dovrebbe pagare l’Imu in caso di attività commerciali. Ma è inutile fare una grande battaglia, è meglio affrontare caso per caso. Le attività di culto sono una ricchezza per l’Italia e per loro l’Ici non va pagata. Per il resto, devono vigilare i Comuni: se le tasse non vengono pagate, devono intervenire».
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