The Roaring Lion, ovvero Winston Churchill, è stato sin da subito un politico personaggio, un uomo spesso intento a recitare se stesso. Così non stupisce che sia diventato anche un vero e proprio personaggio all'interno di romanzi, film e serie televisive.
Se partiamo dai romanzi non si può non citare la melanconica versione di Churchill che compare in Il cane nero di Rebecca Hunt (pubblicato in Italia per i tipi di Ponte alle Grazie nel 2011). Siamo lontani dai fasti politici del primo ministro. Il 22 luglio 1964, nella sua dimora tra le tranquille colline del Kent, Winston si sveglia come sempre di buon'ora e si ritrova in compagnia di una vecchia conoscenza, un ospite tutt'altro che gradito. È un gigantesco cane nero e, dal buio del suo angolo, non gli toglie gli occhi di dosso. La Hunt rende così materialmente visibile la depressione che a tratti colpiva l'anziano leader politico. E ci racconta una battaglia meno imponente di quella d'Inghilterra ma toccante. Churchill aiuta una giovane donna ad affrontare lo stesso terribile molosso dell'anima. Un Churchill invece più storico fa capolino in Il ministero della guerra sporca di Damien Lewis (pubblicato da Neri Pozza quest'anno). In questo caso siamo proprio al Roaring Lion degli anni di guerra che lotta in ogni modo contro i nazisti e crea corpi di commando: «Di tanto in tanto esce dal mare una mano d'acciaio che strappa le sentinelle tedesche dai loro posti con risultati sempre migliori».
E il personaggio transita dritto dritto nel film omonimo diretto da Guy Ritchie. A dare il volto al primo ministro in questo caso è l'attore inglese Rory Kinnear, che ne regala al pubblico una versione molto gangsteristica, quasi modellata alle famose foto di Churchill con il mitra.
Ben diversa la complessità del personaggio ritratto in chiaro scuro nella pellicola più famosa dedicata a Churchill: L'ora più buia (2017) diretto da Joe Wright. In questo caso è Gary Oldman, che con questa parte vinse l'Oscar come miglior attore, a rendersi quasi irriconoscibile nel dare voce e corpo al leader della resistenza inglese nella battaglia d'Inghilterra. In questo caso del primo ministro vengono enfatizzate la capacità retorica, l'astuzia, l'empatia.
Più delicato e quasi paterno il Churchill de Il discorso del re diretto da Tom Hooper. In questo caso siamo difronte al primo ministro mentre deve avere a che fare con il re meno mediatico della storia inglese: il timido Giorgio IV.
Meno ricordati i film dedicati al Churchill giovane. Peccato, la vita del futuro primo ministro fu piuttosto picaresca e passa spesso sotto traccia. Vale allora la pena ripescare Gli anni dell'avventura (Young Winston) di un maestro del cinema come Richard Attenborough. Il film del 1973 ci mostra il giovane Winston giornalista in India, in Sud Africa e ai primi tentativi politici. Un bel bozzetto, tratto dalle memorie giovanili del primo ministro.
Va detto che come tutti i politici di guerra Churchill dovette farsi le ossa. Il che non può escludere terrificanti sbagli. Quello di Churchill fu l'operazione di sbarco contro la Turchia a Gallipoli. Costò agli inglesi e agli alleati del Commonwealth 252mila tra morti, feriti e dispersi. Churchill, come primo lord dell'ammiragliato ne pagò pesanti conseguenze politiche. Traccia di tutto questo potete trovarne in un film per la televisione del 2013, Churchill's First World War.
E poi esiste un Churchill personaggio, pensato come spalla dell'altra grande figura britannica del XX secolo: la regina Elisabetta II.
Basti pensare al Churchill televisivo di The Crown che con la giovane sovrana diventa quasi paterno, e davanti a un quadro che non gli piace fa le bizze (fatto per altro verissimo). Ma questa è solo la punta dell'iceberg di una maschera che è diventata un pezzo del nostro immaginario. Una maschera che Churchill stesso ha fatto di tutto per creare.
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