Ifil-Fiat, la Consob ai giudici: «Passaggi poco trasparenti»

Ieri vertice in Procura a Milano. Per ora nessun indagato

Ifil-Fiat, la Consob ai giudici: «Passaggi poco trasparenti»

Pierluigi Bonora

da Milano

L’inchiesta della magistratura sul caso Ifil-Fiat entra nel vivo. Ieri mattina, al Palazzo di giustizia di Milano, i pm assegnatari del fascicolo, Riccardo Targetti e Carlo Nocerino, hanno fatto il punto della situazione con il procuratore aggiunto Francesco Greco. Il pool deve fare chiarezza sull’operazione finanziaria che la scorsa estate ha permesso alla Ifil della famiglia Agnelli di mantenere la presa sul Lingotto. Il compito che attende Targetti e Nocerino non è facile. Nel suo rapporto all’autorità giudiziaria, la Consob parla infatti di «alcuni passaggi poco trasparenti» nell’operazione a tre (Ifil-Exor-Fiat) in cui è ipotizzato il reato di aggiotaggio informativo e manipolativo. L’organo di vigilanza della Borsa, in pratica, nei cinque mesi di istruttoria non avrebbe sciolto del tutto il nodo sulle ipotizzate mancate informazioni al mercato: ci sono state o no? E, in caso positivo, costituiscono reato? La patata bollente è così finita nelle mani dei due sostituti milanesi.
A occuparsi della questione, però, sono anche i giudici di Torino: il procuratore della Repubblica, Marcello Maddalena, e l’aggiunto Bruno Tinti. Resta da vedere se tra le due Procure si aprirà un contenzioso sulla competenza della materia. A sgomberare il campo da ogni dubbio, in proposito, è stato proprio il torinese Maddalena: «Su questioni come la competenza territoriale non abbiamo mai litigato con i colleghi di Milano e non litigheremo nemmeno questa volta», ha precisato ieri il magistrato. Il procuratore ha quindi affermato che «guarderemo l’incartamento che ci ha trasmesso la Consob e poi vedremo il da farsi». Nel caso si aprisse un problema di competenza territoriale la bilancia penderebbe a favore di Milano «perché è nella metropoli lombarda, dove ha sede la Borsa - spiega una fonte - che si sono verificate le variazioni del titolo Fiat, elemento al centro dell’inchiesta».
Intanto, a una prima analisi del documento trasmesso dalla Consob, i magistrati non avrebbero individuato circostanze che comportino iscrizioni immediate nel registro degli indagati come atto dovuto. Il fascicolo rimane, quindi, a modello 45, quello che raccoglie fatti non costituenti notizie di reato. Una decisione sull’eventuale passaggio a modello 21, con l’iscrizione al registro degli indagati di persone fisiche da un lato e dall’altro di persone giuridiche, le società, per violazione della legge 231 sulla cosiddetta responsabilità oggettiva, sarà presa in tempi brevi ma non brevissimi. La Procura di Milano, inoltre, dovrebbe occuparsi anche dell’altra ipotesi di reato segnalata dalla Consob: l’ostacolo all’esercizio delle funzioni degli organi di vigilanza.


Ieri ad attirare l’attenzione di Piazza Affari non è stata la vicenda Ifil-Fiat, ma il possibile sblocco della vertenza sui dipendenti del gruppo automobilistico in esubero. L’azione Fiat è cresciuta dell’1,1% a 8,23 euro. Poco mosse Ifil (più 0,28%) e Ifi (più 0,42%).

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