Fra gli illustri del Famedio ci sarà posto per Vianello

L’assessore alla Cultura di Palazzo Marino, Massimiliano Finazzer Flory gli vuole dedicare una mostra di video per ricordarne la vita e la carriera professionale; il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmieri ha annunciato che proporrà che il suo nome venga iscritto al Famedio del Cimitero Monumentale, il Pantheon dei Grandi di Milano, nella cerimonia pubblica del 2 novembre e ha annunciato per la prossima settimana una commemorazione a Palazzo Marino con familiari, amici e collaboratori. Tuttavia, tra le manifestazioni di pubblico cordoglio, l’addio a Raimondo Vianello che più si è distinto per la sua intensità emozionale è stato quello del sindaco Letizia Moratti. Che con le sue parole ha espresso quello che probabilmente un po’tutti i milanesi vorrebbero dire.
«Oggi Raimondo Vianello ci chiederebbe di non essere tristi, - ha spiegato il sindaco in una nota - di prendere il suo addio con l’ironia e la leggerezza che ha insegnato a tutti noi. Tutti gli italiani lo ricordano così: come un amico gentile, intelligente e ironico, che entrava nelle nostre case in modo discreto, regalando buonumore con una classe impareggiabile».
«Milano è stata per Raimondo Vianello la città di una vita - ha concluso Letizia Moratti - Per questo Milano saluta in Raimondo Vianello un vero milanese, capace di incarnare il carattere più vero della città, fatto di eleganza e di creatività intelligente. Grazie Raimondo. Oggi noi milanesi ti salutiamo commossi come uno di noi. E abbracciamo Sandra, una donna forte e generosa. La loro unione, umana e professionale, ha saputo rappresentare con semplicità e simpatia l’importanza e i valori della famiglia».
Parole vere, sentite. Una sorta di motivo ricorrente che ieri ha accompagnato le testimonianze di tutti coloro che hanno ricordato Vianello passando davanti alla sua abitazione, un attico all’ottavo piano della residenza Acquario, una palazzina immersa nel verde di Milano 2, proprio a due passi dall’ospedale San Raffaele. E dove tutti sorridevano parlando di lui. Come se il ricordo di un simile uomo, di un personaggio così intelligente e autoironico, con sè stesso e con gli altri, non potesse lasciar spazio alle lacrime.
«Ultimamente non si vedeva in giro. Prima che non riuscisse più ad alzarsi dal letto, lo incontravo in ascensore che prendeva solo per arrivare dritto ai box e quindi all’auto - spiega Renato Catalfa, 79 anni, console onorario di Mauritius, residente al sesto piano della Residenza Acquario -. Faceva sempre battute. Garbate, ma azzeccatissime. Lui e sua moglie sono due persone eccellenti, sono stato molto fortunato ad averli avuti come vicini».
«Sapevamo tutti che era malato perché prima di stare male lo si poteva vedere spesso al campetto adiacente la parrocchia di Dio Padre (nella cui chiesa domani alle 11 si svolgeranno i funerali) che giocava a pallone con il fratello - racconta Paola Salano, che abita nella vicina Residenza Mestieri -. Qui a Milano 2 era molto amato da tutti. Anche la signora Mondaini è conosciutissima in zona, frequenta il parrucchiere di Milano 2, parla con tutti, è molto gentile. Insomma: vedendoli sembrava sempre di assistere a una puntata di “Casa Vianello”. Perché loro erano tali e quali nella vita di tutti i giorni».
Un’altra condomina dei Vianello ricorda un aneddoto divertente. «La signora Sandra l’ho vista 15 giorni fa, ma il marito non lo incontravo da mesi - sussurra la donna -. Quando stava bene, però, erano gag in continuazione... Pensi che incontrava mio marito in ascensore e facevano una sorta di teatrino. “Come sta?” gli diceva lui. “E lei? - rispondeva Vianello -, la vedo benissimo”. “Anche lei è in ottima forma ribadiva mio marito”. “Sì, ma lei è più bello” rispondeva il signor Raimondo. “Vabbè, ma lei è più forte” gli diceva allora mio marito.

E così via di seguito, andavano avanti fino a quando non arrivavano nell’atrio del palazzo. E allora lì c’era tutta la scenetta per chi doveva cedere il passo all’altro... Da sbellicarsi dalle risate. Sa che le dico? Un uomo con lo spirito e l’ironia di Vianello non muore mai veramente».

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