Il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido è stato arrestato dai militari della Guardia di Finanza. Il presidente piddì è accusato di concussione in relazione alla gestione da parte dell’Ilva della discarica Mater Gratiae. Gli altri tre arrestati sono l’ex assessore provinciale di Taranto all’Ambiente Michele Conserva, l’ex dirigente dell’Ilva Girolamo Archinà e l’ex segretario della Provincia di Taranto Vincenzo Specchia.
Quattro ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite questa mattina dalle Fiamme Gialle a Taranto, tre in carcere e una ai domiciliari, per l’inchiesta "Ambiente svenduto" che riguarda l’Ilva. In carcere sono finiti Florido, Archinà e Conserva. Ai domiciliari, invece, il funzionario pubblico Specchia. Florido, presidente della Provincia al suo secondo mandato, è stato eletto nel 2004 per la prima volta e rieletto per la seconda nel 2009. Nel 2007, all’indomani del dissesto finanziario del Comune di Taranto, si era anche candidato sindaco con una coalizione di centrosinistra, ma al ballottaggio era stato sconfitto da Ezio Stefano. Negli ultimi mesi si era anche parlato di una possibile candidatura di Florido al parlamento. Tanto che si ipotizzavano le dimissioni anticipate dalla carica di governatore anche in relazione al ventilato scioglimento delle stesse Province, cosa che poi non si è più verificata. Adesso bisogna vedere cosa succederà in Provincia perché, all’indomani delle dimissioni del vice presidente Costanzo Carrieri (Pd) eletto presidente del consorzio Asi, non sarebbe stata formalizzata la nomina di un nuovo vice, mentre la delega all’Ambiente lasciata da Conserva è stata subito trasferita a Giampiero Mancarelli, del Pd, che è anche titolare del Bilancio.
Arcinà, ex consulente dell'Ilva addetto ai rapporti istituzionali, era già in carcere essendo stato arrestato lo scorso 26 novembre nell’ambito della seconda fase dell’inchiesta "Ambiente svenduto" che aveva portato anche al sequestro delle merci, liberate poi ieri con un provvedimento del gip Patrizia Todisco.
Proprio ieri gli avvocati di Archinà avevano presentato al Tribunale dell’appello una documentazione medica sostenendo che il regime carcerario non compatibile con le condizioni del proprio assistito, documentazione che il collegio dei giudici si era riservato di esaminare. L’ex assessore piddì Conserva si era invece dimesso dalla carica diversi mesi addietro ed era già finito ai domiciliari lo scorso 26 novembre per poi essere rimesso in libertà negli ultimi mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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