Gli imboscati e la guerra agli sprechi

Nella Pubblica Amministrazione ai tre milioni di dipendenti pubblici si aggiunge una schiera significativa di soggetti esterni: professionisti, consulenti, esperti e collaboratori a vario titolo

Gli imboscati e la guerra agli sprechi

Nella Pubblica Amministrazione ai tre milioni di dipendenti pubblici si aggiunge una schiera significativa di soggetti esterni: professionisti, consulenti, esperti e collaboratori a vario titolo. È noto che la pubblica amministrazione ai sensi dell'articolo 97 della Costituzione individui, in ossequio all'imparzialità dell'azione amministrativa, ogni specifica competenza di cui abbia necessità attraverso un pubblico concorso. Potendo pertanto lo Stato nelle sue diverse articolazioni approvvigionarsi di risorse umane selezionate in ragione di uno specifico e programmato fabbisogno, non si comprende perché lo Stato medesimo debba rivolgersi quasi sistematicamente al mercato esterno, con notevole aggravio di spese. L'utilizzo di risorse esterne è comprensibile nel piccolo comune che ha molto spesso un personale esiguo. Eppure i piccoli comuni riescono più di altre amministrazioni a essere autonomi. E ciò accade perché negli enti locali la prossimità al cittadino restituisce alla cultura della prestazione efficiente un ruolo centrale.

Nei grandi ambienti della PA invece, ci si nasconde con facilità. I migliori del settore li chiamano «imboscati». Esistono, vengono tutti regolarmente pagati a fine mese, e si dividono tra «onnipresenti» e «itineranti». Gli onnipresenti vivono costantemente sul posto di lavoro e sono a prova di controllo biometrico, entrate e uscite sempre regolari, ma di loro nessuno ricorda un contributo alla causa. Gli itineranti sono di tutt'altra pasta. Sono sempre assenti giustificati, comandati a vita, vivono spesso a ridosso della politica e in taluni casi li avvolge un alone di mistero. Sono maestri nel far perdere le loro tracce e nel farsi dimenticare. Per loro il premio alla carriera consiste nel conseguire l'età pensionabile senza aver svolto neanche un giorno di lavoro per l'amministrazione che li aveva assunti. Nell'esame della spesa regionale non potevano quindi, mancare: consulenti, esperti, collaboratori e professionisti che rappresentano la cartina di tornasole di una sana o viceversa, deficitaria politica assunzionale. Sul punto occorre esser chiari. Il ricorso all'approvvigionamento esterno si giustifica soltanto se episodico e se operato, nel rispetto della trasparenza e della concorrenza, in settori particolarmente complessi e tecnologicamente avanzati.

Oppure qualora vi siano preclusioni specifiche per il dipendente pubblico dettate dalla normativa. In tutte le altre circostanze rappresenta soltanto un inutile spreco.

*Esperto di pubblica amministrazione, presidente della Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana

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