Nel giro di 2-3 giorni verrà scelta «la persona giusta» alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, che coordina i servizi, dopo le dimissioni confermate, il 15 gennaio, di Elisabetta Belloni. Il Giornale ha ricostruito la vicenda che sta provocando la solita trottola di nomi di presunti successori. Si parla di Bruno Valensise, che ha ricoperto l'incarico di numero due al Dis, ma è stato nominato a capo dell'Aisi, l'intelligence interna. Difficile che vengano rimescolate le carte. Sta circolando anche il nome del prefetto di Roma, Lamberto Giannini, nominato dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ma vicino a Franco Gabrielli che piaceva a Draghi e alla sinistra. Si parla anche dell'attuale capo della polizia, Vittorio Pisani o della «suggestione» del generale Figliuolo, che però ai primi di dicembre è diventato uno dei vice del servizio segreto estero. Nomi che vengono fatti uscire forse per bruciarli o per creare una cortina fumogena sui veri papabili. Non è saltato ancora fuori, Giuseppe Del Deo, uno dei vicedirettori del Dis, che sarebbe una scelta interna naturale. L'altro vice, una donna, andrà in pensione. Del Deo era stato sponsorizzato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto e dal sottosegretario alla Presidenza, Giovanbattista Fazzolari per il vertice del servizio interno poi finito a Valensise. Però sarebbe stato spostato al Dis per la faccenda mai chiarita di barbe finte o presunti tali, che si aggiravano attorno alla macchina del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Voci o veleni, che non sono estranei all'ambiente dell'intelligence.
Il Giornale è in grado di confermare che il ricambio di Belloni, in scadenza maggio, era fisiologico. La prima donna a capo del Dis sapeva bene che non sarebbe stata riconfermata e ha giocato d'anticipo. Uno dei motivi era tirarsi fuori dal tritacarne, che talvolta non esclude dossieraggi, visto anche con altri avvicendamenti nei servizi. In pratica voleva chiamarsi fuori, prima di fare da tiro al bersaglio e il 23 dicembre l'annuncio delle dimissioni era già stato concordato dopo le feste. L'uscita preventiva su Repubblica è stato uno scivolone e nonostante le secche smentite su nuovi incarichi europei è vero che la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha già un posto di rilievo per Belloni. Una specie di super sherpa, incarico che ha ricoperto per conto del governo italiano nell'anno di presidenza del G7. Un ruolo importante ai piani alti di Bruxelles, che non dispiace al governo Meloni. E al Quirinale continuerà a godere della fiducia del presidente, Sergio Mattarella, da sempre suo lume tutelare.
Il capo dimissionario del Dis è in realtà una eccellente veterana della diplomazia, che ha pestato un po' di piedi e non è mai stata particolarmente amata dal ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. Non solo: Belloni non si è mai trovata completamente a sua agio nel mondo delle barbe finte, che a sua volta la considera un elemento esterno. Giorgia Meloni ha sempre lavorato bene con la prima donna del Dis, ma ci sono stati degli attriti anche se non determinanti per uno strappo, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Piuttosto, a ridosso della decisione sulle dimissioni anticipate di 4 mesi, c'è stata maretta e scaricabarile, fra l'Aise e il Dis, sulla mancata «allerta» o «esfiltrazione» di Cecilia Sala, che non era l'unica giornalista del nostro paese in Iran, quando abbiamo arrestato l'ingegnere dei droni dei Pasdaran a Malpensa su mandato di cattura americano.
Il governo Meloni è l'unico, che dopo due anni ha cambiato solo il vertice del servizio segreto interno.
Nonostante la bagarre scatenata dall'anticipazione di Repubblica, quando il presidente del Consiglio rientrava dall'incontro con Donald Trump e all'inizio del caso Sala, il cambio al vertice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza era fisiologico. Una veterana delle istituzioni come Belloni ha voluto giocare d'anticipo per evitare di venire impallinata più in là, ma alla fine è finita lo stesso nel «tritacarne» dei cambi ai vertici dei servizi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.