Immigrati, Maroni firma l'intesa con la Tunisia "Permessi a chi c'è già, ma da ora solo rimpatri"

Il ministro degli Interni firma l'intesa: rimpatri per chi arriva oggi in Italia, per chi è già sul nostro territorio permesso di soggiorno di 6 mesi. Il Senatùr: "Così gli immigrati se ne vanno in Francia e Germania. Chiudere il rubinetto e svuotare la vasca". Barroso: "Ue e Tunisia affrontino insieme il problema"

Immigrati, Maroni firma l'intesa con la Tunisia 
"Permessi a chi c'è già, ma da ora solo rimpatri"

Tunisi - Dodici ore di estenuante tratttiva. Poi l'accordo. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha firmato a Tunisi un accordo con la Tunisia in materia di immigrazione, al termine di un negoziato durato diverse ore. Il governo italiano e quello tunisino hanno sottoscritto un "processo verbale, un accordo tecnico" sulla gestione della vicenda immigrati che prevede "anche il rimpatrio di cittadini dei due Paesi che si trovino in situazione di irregolari". Lo ha detto il ministro Maroni durante una breve conferenza stampa all’ambasciata d’Italia a Tunisi. Maroni non ha fornito molti dettagli sui contenuti dell’intesa e ha spiegato che "domani illustrerò l’intesa alla riunione del Comitato dell’Unità di crisi".

L'accordo Sarà firmato domani il decreto del presidente del Consiglio per la concessione del permesso di soggiorno temporaneo di sei mesi ai tunisini arrivati quest'anno in Italia (sono circa 20mila). Il permesso non varrà per i migranti che arriveranno in Italia successivamente all'entrata in vigore del provvedimento. Rimpatrio diretto per i tunisini che sbarcheranno in Italia successivamente all'entrata in vigore del decreto sul permesso di soggiorno temporaneo che sarà firmato domani. E' uno dei punti dell'accordo tecnico siglato dal ministro dell'Interno Maroni e dalle autorità tunisine. Questi rimpatri, spiegano fonti del Viminale, avverranno con procedura semplificata: basterà il riconoscimento della persona da parte dell'autorità consolare tunisina, senza ricorso alle schede dattiloscopiche.

Qui per firmare Il ministro, arrivato a Tunisi in mattinata, ha ribadito: "Siamo qui per lavorare e chiudere l’accordo. Speriamo di fare una buona cosa". Maroni ha precisato che dopo il rinvio "abbiamo continuato a lavorare nel pomeriggio di ieri e continuiamo a farlo oggi". Ottimisti anche Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Il premier ai capigruppo della maggioranza riuniti a Palazzo Grazioli ha detto: "È andata bene, il governo tunisino ha manifestato una disponibilità a chiudere, l’accordo si farà". Il Senatùr invece, dopo aver sentito al telefono Maroni, si è limitato ad un laconico "Si chiude, si chiude" e a ribadire che il ministro degli Interni "sta per firmare" l’accordo sull’immigrazione "sia sui rimpatri che sui pattugliamenti congiunti".

Ok della Lega ai permessi temporanei Bossi ha anche confermato il suo assenso ai permessi temporanei di soggiorno per gli immigrati, "così se ne andranno in Francia, in Germania, in Europa". Con questa concessione, infatti, gli stranieri potranno, per un periodo determinato, la circolazione e il soggiorno nei Paesi Ue del Trattato Schengen. Il leader della Lega ha quindi aggiunto: "Ora si deve chiudere il rubinetto e poi svuotare la vasca".

Il ruolo dell'Ue Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha intanto riferito a Strasburgo i contenuti di un suo colloquio telefonico avuto ieri con il primo ministro tunisino Beji Caid Essebsi. "Ho evocato la questione delle migrazioni, che la Tunisia e l’Europa devono affrontare insieme in uno spirito costruttivo, uno spirito di vero partenariato, poiché è precisamente un partenariato per la democrazia e per la prosperità condivisa che abbiamo proposto e che il Consiglio europeo ha accettato molto favorevolmente". L'Europa potrebbe quindi avere un ruolo attivo nell'accordo.

La minaccia della Lega "Se da Tunisi il premier non porta a casa il risultato, noi usciamo dal governo". E' questa la minaccia del presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, intervistato da un giornale straniero. Le sue parole  sono state anticipate dal sito de L'Espresso. "Siamo molto tesi, ha spiegato, perché in ballo c’è Maroni e la sua credibilità e ci stiamo giocando uno dei nostri uomini migliori: non si può lasciare il ministro da solo. Non si tratta di una minaccia, di un bluff. Dipende dall’urto che potrebbe derivare dalla situazione attuale, anche noi sentiamo i nostri che si lamentano: non possiamo rimanere pazienti in eterno. La nostra base è scossa, e quando Bossi dice ’Fora di ball’ si riferisce a una tensione vera che sente la gente". Boni ha poi smentito di aver rilasciato interviste a L'Espresso.

La stampa tunisina: clima cordiale Quasi tutti i giornali locali hanno del resto sottolineato il clima cordiale registrato nel vertice di ieri con il premier tunisino Beji Caid Essebsi, anche se i media locali sottolineano come non sia stato ancora raggiunto un accordo tra le parti. Il quotidiano La Presse titola: "Vertice Italia-Tunisia su immigrazione clandestina, il dossier proposto è ora all’esame di una commissione mista". Si legge nell’articolo che "una commissione tecnica formata da funzionari del ministero dell’Interno di Tunisi e di Roma sta esaminando approfonditamente il dossier sull’immigrazione clandestina ed è previsto il ritorno a Tunisi di Roberto Maroni per sottoscrivere un nuovo accordo tra le parti".

Diverso è il taglio scelto dal giornale concorrente Le Quotidien, che punta sul fatto che "Dopo l’incontro di ieri non è stato annunciato alcun accordo tra Roma e Tunisi". Particolarmente critica invece è la posizione del quornale Le Temps, che nel titolo di apertura parla di "disaccordo cordiale" tra l’Italia e la Tunisia sul tema dell’immigrazione.

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