Imprese italiane allineate con il resto del mondo

Imprese italiane allineate con il resto del mondo

Allineamento con la maggior parte dei risultati globali, con qualche differenza. Le risposte dei 171 Chief executive di aziende italiane intervistati da alcuni manager di Ibm Italia nell'ambito della survey Customer-activated Enterprise promossa dall'Ibm Institute for Business Value, rivelano una sostanziale adesione ai trend mondiali, con qualche scostamento - non sempre positivo - dovuto a ragioni di natura culturale nazionale. La principale differenza emersa rispetto alla media globale, è la minor propensione a modelli organizzativi aperti che privilegino la collaborazione con partner e fornitori. «Le risposte dei CxO con i quali abbiamo condotto incontri di persona della durata di un'ora - spiega Marco Fregonese, Innovation Leader Italy di Ibm Global Business Services - hanno evidenziato che le imprese italiane si dimostrano restie alla collaborazione, soprattutto quando si parla di innovazione. Le partnership, insomma, sono viste come un mezzo più per creare efficienza che valore». Le aziende italiane, invece, sono quelle in cui sono più numerosi gli intervistati (61% contro 54%) che attribuiscono ai clienti una forte influenza sulla loro organizzazione. Dall'altra parte, nonostante il cliente abbia un impatto considerevole sull'organizzazione, i leader italiani risultano meno inclini alla collaborazione. Inoltre, la percentuale di aziende italiane che dichiarano di avere una robusta strategia di integrazione fisico-digitale è superiore alla media globale (45% verso 36%).
Secondo Fregonese, questo è la conseguenza del fatto che «fino a poco tempo fa erano più indietro in questo ambito, e quindi ora tendono ad attribuire un impegno maggiore in progetti di questo tipo». Qual è il freno principale all'adozione di una strategia digitale? Come i loro colleghi internazionali, ma con una percentuale nelle risposte leggermente superiore (66% contro 63%) i top manager italiani mettono al primo posto la difficoltà a sviluppare strategie coerenti ed efficaci di relazione con i clienti attraverso i social media. Un altro fattore inibitore - italiane 54% rispetto al 52% del campione globale - è la difficoltà a valutarne i ritorni sugli investimenti.

Le risposte sono state analizzate anche attraverso il sistema Ibm Watson, in grado di rintracciare commenti e correlazioni non immediatamente evidenti.
Il supercomputer ha analizzato infatti più di 10.000 frasi estratte dalle interviste relative alla difficoltà di creare una strategia digitale.

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