Cagliari - Intossicati dall'idrogeno solforato. Tre operai sono morti intorno alle 14 all’interno degli impianti della raffineria Saras (di proprietà della famiglia Moratti) a Sarroch. I tre, secondo le prime informazioni, si trovavano in un ambiente chiuso che si sarebbe saturato di esalazioni tossiche. Sul posto sono intervenuti i medici del 118, ma per i tre operai non c’era più niente da fare. I dottori hanno constatato il decesso in attesa dell’arrivo del medico legale, che dovrà accertarne le cause, e del magistrato di turno, cui spetterà il compito di indagare sull’incidente.
Operai di una ditta esterna Erano dipendenti della ditta esterna Comesa, i tre operai morti oggi pomeriggio alla Saras. Le vittime erano tutte di Villa San Pietro (Cagliari). Uno era sposato e aveva figli. La Comesa, gruppo costituito nel 1998 dalla confluenza tra la Sarcomi spa e la Comes srl, conta circa 170 dipendenti e opera nel settore di carpenteria metallica e manutenzione di impianti industriali. I tre operai lavoravano a una serie di interventi di manutenzione programmata agli impianti della raffineria. La Saras, di proprietà della famiglia Moratti, è stata fondata nel 1962. Adesso è guidata dai suoi eredi. La società si occupa di raffinazione petrolifera. L’impianto di Sarroch lavora 300mila barili al giorno, il 15% dell’intera raffinazione in Italia.
Gas killer Erano impegnati in un impianto di desolforazione e sarebbero morti per intossicazione da idrogeno solforato, sostanza letale in pochi minuti. Si chiamavano Bruno Muntoni, 58 anni, Daniele Melis e Pierluigi Solinas, entrambi 30enni, tutti di Villa San Pietro, i tre operai della ditta Comesa morti nel primo pomeriggio nell’impianto MHC1 dello stabilimento della Saras. Un quarto operaio della stessa ditta, all’esterno del serbatoio con funzioni di vigilanza, è stato anche lui colpito dalle esalazioni e ha perso i sensi. Immediatamente soccorso, è stato trasportato all’ospedale Brotzu di Cagliari per accertamenti, ma le sue condizioni non sono preoccupanti.
L'incidente Era composta da 4
operai la squadra di manuntenzione dell’impianto di desolforazione. Si tratta di un’enorme cisterna capace di
contenere fino a 100mila litri di gasolio in lavorazione.
Secondo le norme di sicurezza, due operai devono restare all’esterno mentre gli altri procedono materialmente con l’intervento.
Una prima ricostruzione dell’incidente è stata fornita dai colleghi di lavoro delle vittime.
Un primo operaio si sarebbe sentito male intorno alle 13.30, il secondo avrebbe chiesto aiuto ai due rimasti all’esterno: tutti sarebbero
quindi entrati nella cisterna, ma solo uno ne è uscito vivo. Gli altri tre sono stati stroncati dalle esalazioni tossiche sprigionatesi dai
residui delle lavorazioni.
Prima delle 14 è scattato l’allarme in tutta la raffineria: i dipendenti sono stati invitati a mettere in sicurezza gli impianti e ad
abbandonare lo stabilimento. Almeno 200-300 operai sono usciti e hanno appreso attoniti la notizia della morte dei loro colleghi.
I Moratti verso Sarroch Il presidente e l’amministratore delegato della Saras, Gianmarco e Massimo Moratti, sono in partenza per raggiungere la Sardegna. Il presidente dell’Inter, che era fuori Milano, sta rientrando nel capoluogo lombardo per partire insieme al fratello, col quale sono attesi nelle prossime ore alla Saras. Nello stabilimento si trovano già il direttore generale, quello finanziaria e quello del personale.In un comunicato la società esprime "profondo dolore per la tragedia".
Oggi sciopero Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per oggi uno sciopero di otto ore, l’intera giornata lavorativa, nello stabilimento Saras di Sarroch. Dalle 6 i lavoratori dell’area industriale, circa 3mila persone, aderenti alle tre sigle sindacali si asterranno dalle attività. Come preannunciato da Nicola Marongiu, segretario della camera del lavoro di Cagliari, lo sciopero riguarderà tutte le categorie operanti nella zona: chimici, metalmeccanici ed edili.
"Non sappiamo se l’accumulatore dove i tre operai sono morti fosse stato bonificato", spiega Marongiu. "Certo, il gas che li ha uccisi non doveva essere presente al momento del loro ingresso della zona di accumulo, dove si svolge un particolare tipo di lavorazione sul gasolio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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