Si stima che nel mondo colpisca circa 33 milioni di individui, in particolare anziani di sesso maschile. In Italia si registrano annualmente 600-700 mila casi. Stiamo parlando della fibrillazione atriale, ovvero la più frequente aritmia ectopica sopraventricolare. In parole più semplici, essa consiste in una profonda alterazione del ritmo cardiaco che si origina negli atri, le cavità superiori del cuore.
La principale conseguenza della fibrillazione atriale è la compromissione della capacità contrattile del miocardio. Quando si verifica, infatti, il battito diventa irregolare (tachicardia) e le contrazioni del muscolo si fanno più rapide. Ecco, quindi, che il cuore non è più in grado di pompare in maniera corretta il sangue nei vari distretti corporei.
I sintomi e le conseguenze della fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale si riconosce facilmente in quanto si manifesta con sintomi ben precisi tra i quali ricordiamo:
- Il dolore toracico
- Le palpitazioni
- La sensazione di svenimento
- Le vertigini
- La dispnea
- La sincope
- L'astenia
- L'ansietà.
Un episodio può risolversi in maniera positiva e non essere quindi pericoloso. Tuttavia è bene non sottovalutare le recidive poiché non è raro che nel tempo sopraggiungano complicanze anche gravi. In primis l'ictus, conseguenza degli effetti negativi che l'aritmia esercita sulla gittata cardiaca e sul flusso ematico. Attenzione, infine, alla non meno temuta insufficienza cardiaca.
Prevedere la fibrillazione atriale 30 minuti prima
Gli scienziati del Luxembourg Centre for Systems Biomedicine (LCSB) dell'Università del Lussemburgo hanno recentemente sviluppato un modello di deep learning in grado di prevedere il passaggio da un ritmo cardiaco normale alla fibrillazione atriale. Questa tecnologia fornisce avvisi precoci in media 30 minuti prima dell'insorgenza del disturbo, con una precisione di circa l'80%. Lo studio è stato pubblicato su Patterns.
Essere in grado di prevedere un episodio di fibrillazione atriale abbastanza rapidamente consentirebbe ai pazienti di adottare misure preventive per mantenere stabile il ritmo cardiaco. Tuttavia gli attuali metodi basati sull'analisi della frequenza cardiaca e sui dati dell'elettrocardiogramma riescono a rilevare il disturbo subito prima della sua insorgenza, senza fornire un allarme precoce.
Lo studio
I ricercatori, guidati dal professor Jorge Goncalves, hanno utilizzato i dati della frequenza cardiaca per addestrare un modello di deep learning in grado di riconoscere diverse fasi (ritmo sinusale, fibrillazione pre-atriale, fibrillazione atriale) e di calcolare una "probabilità di pericolo" che il paziente abbia un'aritmia imminente.
Per la precisione questo modello di intelligenza artificiale chiamato WARN (Warning of Atrial fibRillatioN) ha dato avvisi precoci, in media 30 minuti prima dell'inizio della fibrillazione atriale, con grande precisione. Un altro aspetto interessante è che il modello impiega fondamentalmente dati sulla frequenza cardiaca che possono essere acquisiti da registratori di segnali di impulsi facili da indossare e convenienti come gli smartwatch.
Servono ora ulteriori approfondimenti.
L'obiettivo a lungo termine è che gli individui siano in grado di monitorare costantemente il loro ritmo cardiaco e che possano ricevere avvisi precoci, così da poter assumere farmaci antiaritmici o utilizzare trattamenti specifici per prevenire l'insorgenza della fibrillazione atriale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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