80 mila firme proPal e insulti a Meloni: il ritorno di Dibba

L'ex parlamentare grillino presenta in Senato circa 80mila firme per una legge di iniziativa popolare sul riconoscimento dello Stato di Palestina. E in piazza riscopre i toni da militante

80 mila firme proPal e insulti a Meloni: il ritorno di Dibba
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Il ritorno di Alessandro Di Battista sui luoghi della politica non poteva che essere militante. Come ai vecchi tempi. Accolto da bandiere della Palestina e da slogan pro-Gaza, l'ex parlamentare M5s si è presentato oggi in in piazza Vidoni a Roma con uno scatolone in mano. All'interno, una parte delle circa 80mila firme raccolte negli ultimi mesi per una legge di iniziativa popolare sul riconoscimento dello Stato di Palestina. "L'esistenza di Israele non è in pericolo, grazie a Dio, è in pericolo l'esistenza del popolo palestinese", ha scandito Dibba davanti ai sostenitori e ai cronisti radunati in occasione del sit-in organizzato dalla sua associazione, Schierarsi.

In piazza, tra gli scatoloni e le bandiere, l'Adnkronos ha registrato anche la presenza di alcuni esponenti pentastellati, tra cui Barbara Lezzi, Elena Fattori, Michele Sodano, Fabrizio Trentacoste. Saranno forse fischiate le orecchie a Giuseppe Conte, che proprio sul Medio Oriente aveva giocato parte della propria campagna elettorale per le europee (finita poi con una sconfitta del Movimento). Assente però Virginia Raggi, che tanti, stampa compresa, aspettavano. "Abbiamo raccolto le firme, ora le consegnamo e poi partirà un percorso di pressione nelle istituzioni. Ci auguriamo che i parlamentari della Repubblica possano tenere in considerazione tutto questo, anche se molti parlamentari preferiscono voltarsi dall'altra parte", ha scandito Di Battita, strizzando l'occhio agli ex colleghi grillini e al contempo riservando feroci critiche alla maggioranza di governo.

"Nel 2018 sono uscito per mia volontà dal Parlamento non ci ho mai messo piede e oggi rientro, e ne sono fiero, con quasi 80.000 firme di cittadine e cittadini che sono indignati per il terrorismo di Stato israeliano e per la risposta ipocrita e stomachevole del pavido governo italiano", ha attaccato l'ex parlamentare, prendendosela in particolare con il premier Meloni e con il ministro degli esteri, Tajani. "Quando non sanno cosa dire tirano fuori la frase 'Due popoli due Stati'. Bene: riconoscete lo Stato di Palestina", ha quindi incalzato.

Di Battista ha anche criticato l'ormai probabile bis di Ursula von der Leyen alla Commissione Europea, affermando che la leader dell'Euroesecutivo "ha soffiato sul fuoco della guerra in Ucraina e non dice nulla rispetto al massacro dei palestinesi". Quindi ha rilanciato: "Vedete quanto è ipocrita questo mondo: 14 sanzioni nei confronti di Putin e neanche un pacchetto di sanzioni nei confronti di Israele che è a processo per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia. È una cosa vomitevole".

Dibba contro tutti e tutti, a favore soltanto della causa Palestinese.

I toni appassionati dell'ex parlamentare hanno fatto sì che più di qualcuno, sotto il Senato, ipotizzasse un suo possibile ritorno sulla scena politica. Con l'auspicio che, magari, sia proprio lui a intercettare quella voglia di movimentismo che non hai abbandonato la base grillina dura e pura.

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