Nelle prossime settimane la compagnia telefonica Telecom Italia passerà nelle mani degli spagnoli di Telefonica. Come spesso accade l'operazione si chiude nel segreto delle stanze che contano e non sul mercato. Gli spagnoli infatti si porteranno a casa la scatoletta societaria (chiamata con poca fantasia Telco) che custodisce circa il 23 per cento dell'ex monopolista. I soci italiani (Mediobanca, Intesa e Generali) non usciranno del tutto di scena; manterranno un pezzettino. Giusto l'occorrente agli spagnoli per non consolidare a Madrid l'intero pacco di debiti che si porta appresso Telecom. Nessuna fusione dunque tra le due società, ma il passaggio del bastone di comando dall'Italia alla Spagna. I telefoni italiani diventano spagnoli. Ce ne faremo una ragione. Non altrettanto Franco Bernabè, dominus dell'azienda, che sta ancora cercando una soluzione alternativa. Sawiris è interessato, ma può comprare solo quando i quattro dell'ave Maria (Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa) scioglieranno il patto di sindacato e Telco.
In queste ore si stanno definendo tutti i dettagli economici del passaggio delle quote. E si è bloccata una preliminare operazione che avrebbero studiato a Trieste i vertici di Generali. E cioè cedere autonomamente la propria quota agli spagnoli. Le cose ovviamente sono più complicate di così: ci sono prelazioni in Telco, ma anche una scadenza, proprio a settembre, dei patti. La sostanza è che il tentativo di vendita solitaria da parte di Generali è stato di fatto bloccato.
Il grande ostacolo all'acquisto degli spagnoli resta nelle due authority antitrust argentina e brasiliana. Se Telefonica dovesse comprarsi Telecom, il gruppo si porterebbe a casa anche Tim Brasil e Telecom Argentina. Guadagnando una posizione dominante in quelle aree. E soprattutto in Argentina non si scherza: la minaccia della nazionalizzazione è dietro l'angolo. Il tema è delicato.
Proprio per questo motivo l'operazione spagnola prevede la vendita delle due controllate del gruppo guidato da Bernabè. L'intervento, secondo alcuni legali oggi al lavoro, si dovrebbe addirittura fare prima del perfezionamento della vera e propria acquisizione da parte di Madrid del gruppo italiano. È questo l'ostacolo più importante alla conclusione immediata della pratica. E un possibile macigno davanti all'operazione nel suo complesso. Tra poco sapremo.
Quel che è certo, dicono dalle parti di Telecom, è che nessuno vorrà togliere l'onore e onere di far firmare il bilancio del 2013 all'attuale vertice. Comunque vadano le cose, Bernabè e Patuano (l'amministratore delegato) resteranno quindi in carica nei prossimi mesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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