Sono bastate poche settimane, giusto il tempo di far finta di cancellare con la gomma le feroci liti del passato per lasciare spazio all'incoerenza e all'opportunismo politico. Ed ecco che in Abruzzo si scalda a bordo campo la maxi ammucchiata, pronta a debuttare in occasione delle elezioni regionali che dovrebbero tenersi a marzo 2024. Tra circa sei mesi il campo largo (in versione extra large) scenderà sul terreno di gioco e farà il suo esordio a livello nazionale. Con l'unica eccezione di Azione che - almeno per il momento - non rientra nel perimetro della coalizione costruita per tentare di strappare la vittoria contro il centrodestra che si appresta a puntare di nuovo su Marco Marsilio, attuale governatore.
In nome di una "nuova stagione" da aprire, nel pomeriggio di ieri il centrosinistra ha trovato piena convergenza sulla figura di Luciano D'Amico. L'ex rettore dell'Università degli Studi di Teramo è stato indicato come guida di un patto politico che vede coinvolti i partiti del fronte rosso. Esulta trionfante Daniele Marinelli, segretario del Partito democratico abruzzese, che ha accolto con grande entusiasmo "la scelta forte e autorevole" di D'Amico come candidato alla presidenza della Regione: "Ora bisogna lavorare con lui per perfezionare il progetto, ascoltare la comunità regionale, costruire liste forti per battere la destra e aprire una nuova fase per l'Abruzzo".
All'appello delle reazioni gioiose si iscrive anche il Movimento 5 Stelle che, dopo essersi proposto come forza politica alternativa ai due tradizionali schieramenti, sposa il bipolarismo spostando la propria linea a favore del centrosinistra. Dal loro canto Gianluca Castaldi (coordinatore regionale del M5S) e Francesco Taglieri (capogruppo regionale dei grillini) hanno speso parole al miele verso D'Amico, bollandolo come "un esponente civico di alto valore" che può "rappresentare pienamente la sintesi di intenti" della coalizione e "garantire l’attuazione del programma". Ma basta andare nell'archivio del sito del Movimento 5 Stelle Abruzzo e osservare che nel 2017 i 5S si erano scagliati contro la sua nomina alla presidenza della Tua (Società Unica Abruzzese di Trasporto). Ora invece, con estrema disinvoltura e con tanto di elogi, lo supportano come candidato governatore.
Tra i presenti vi è pure Italia Viva, il cui coordinamento regionale ha conferito mandato al coordinatore regionale Camillo D'Alessandro di convergere sulla candidatura di D'Amico "quale sintesi di un lungo lavoro portato avanti in questi mesi, uomo di scienza, studio, competenza e di azione, come dimostrato non solo nella sua carriera accademica". Italia Viva è al lavoro per la costruzione di una lista dei riformisti abruzzesi, Abruzzo Riformista, insieme a Socialisti e +Europa. Ma non è finita qui: a supportare l'ex rettore dell'Università degli Studi di Teramo potrebbero essere anche Demos, Sinistra italiana e Articolo Uno. Insomma, una maxi-ammucchiata disperata tra partiti che finiranno sotto lo stesso cappello nonostante le infinite spaccature su tematiche importanti come termovalorizzatori. E come la mettiamo sulla sanità privata e le infrastrutture?
Invece nei giorni scorsi l'assemblea di Abruzzo in Azione ha dato l'incarico a Carlo Costantini di prendersi la responsabilità nel guidare il progetto alternativo all'attuale governo regionale targato Marsilio. Allo stato attuale la galassia di Carlo Calenda resta fuori dal campo larghissimo. Ma D'Amico è determinato nell'allargare ancora di più la coalizione a suo sostegno.
Alla fine riuscirà a coinvolgere anche Azione? Ma soprattutto domina una domanda: il minestrone rosso sarà davvero in grado di battere il centrodestra o
porterà allo schianto della sinistra? Di certo in politica non si possono fare i conti senza considerare la volontà degli elettori. Digeriranno voltafaccia, ripensamenti, piroette, opportunismi e incoerenze del fronte rosso?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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