"Come rosicano". Salvini si toglie i sassolini dalle scarpe sul caso Open Arms

Il ministro delle Infrastrutture a Quarta Repubblica di Nicola Porro: "Maalox per Repubblica e il Fatto. Ora serve la riforma della giustizia"

Il ministro Matteo Salvini
Il ministro Matteo Salvini
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Matteo Salvini incassa l’assoluzione e va all’attacco. Della sinistra e dei giornali progressisti, che ora “rosicano” non vedendolo in carcere. Del sistema della giustizia, che merita una “riforma” per “il bene degli italiani”. E anche del sistema politico, Renzi incluso, che non ha avuto il coraggio di bloccare un processo, quello di Palermo sul caso Open Arms, evidentemente nato azzoppato e su basi più che rivedibili.

Salvini è convinto che gli italiani non abbiano "mai avuto dubbi" sul fatto che non fosse "un criminale e un sequestratore”. Rivendica inoltre di aver solo fatto il lavoro per cui era pagato, mantenendo “la promessa di bloccare gli sbarchi”. Insomma: cinque anni di processo sono stati cinque anni di processo “politico”, fomentato da certi media che “si aspettavano le manette ma hanno avuto un’assoluzione totale”. “Adesso rosicano - dice il ministro a Nicola Porro - Chi a sinistra si aspettava le manette rosica, stanno prendendo Malox al Foglio, a Repubblica e al Fatto Quotidiano”.

Il ministro non nasconde che sono stati “anni complicati”. Anche da un punto di vista politico, visto che l’inchiesta gli ha precluso di fatto il ritorno al Viminale una volta formato il governo Meloni. “Pd e M5S votarono in Aula per mandarmi a processo sulla base di un reato che non sussiste - attacca Salvini - E la procura ha investito milioni di euro degli italiani su un’accusa” che non stava né in cielo né in terra. “Dire a una nave spagnola di andare in Spagna, ridurre gli sbarchi e le spese per gli italiani non era un atto di leghismo, fascismo o nazismo. Era solo un mio dovere”.

Ora che ha il “cuore più leggero”, però, Salvini ritiene che il governo debba fare qualcosa per un sistema giudiziario che, come testimoniano il caso Open di Renzi e quello Open Arms del leghista, evidentemente non funziona al meglio. “Io sono un privilegiato - ribadisce il ministro a Nicola Porro - Perché uno degli avvocati più preparati d’Italia mi ha difeso per amicizia e perché crede nella Lega”. Ma il problema sono “tutti gli italiani che finiscono in tribunale e non hanno un amico avvocato o migliaia di euro e di anni da buttare nelle aule”. Italiani che magari poi risultano assolti, ma con la reputazione rovinata. In fondo se ogni anno mille persone vengono ingiustamente carcerate, un problemino ci sarà. No?

“La riforma della giustizia è fondamentale oggi come non mai”, insiste Salvini che torna a chiedere il divieto di appello in caso di assoluzione piena in primo grado, test di valutazione per i pm, niente promozioni automatiche (“chi ha iniziato il mio processo ora è capo a Roma”), ma anche la responsabilità civile per i magistrati. “Quanti medici vengono denunciati per un errore? Quanti giornalisti querelati? Tutti, se sbagliano e continuano a sbagliare, pagano una qualche conseguenza. Gli unici immuni sono i pm”.

Infine, c’è spazio anche per la polemica di giornata. C’è chi sostiene, infatti, che Salvini voglia tornare al Viminale spostando Matteo Piantedosi altrove. Ipotesi smentita da Giorgia Meloni (“siamo contenti così”) e dall’attuale ministro, che non intende cambiare mestiere. E Salvini? “Il ministero è guidato da una persona di cui ho massima stima e a cui mi lega una grande amicizia - risponde alla domanda - Penso che sia in buone mani. Sicuramente avere la libertà di tutelare la sicurezza degli italiani è un’emozione straordinaria che porto dentro di me. Non è solo immigrazione.

Ma anche lotta alla mafia, alla droga, sono i vigili del fuoco. Ho tanti dossier da portare a casa come ministro delle Infrastrutture e sto bene dove sto. Ma sicuramente il ministero dell’Interno mi è rimasto nel cuore”.

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