Agricoltura, la De Girolamo: "Difesa del suolo è priorità"

Il disegno di legge "anti cemento", aggiornato rispetto alla precedente versione arenatasi con la fine del governo Monti, sarà presentato al prossimo Consiglio dei ministri

Agricoltura, la De Girolamo: "Difesa del suolo è priorità"

Nel quadro della tutela del territorio il ministro delle Politiche agricole Nunzia de Girolamo riprenderà il piano per difendere il suolo agricolo e recuperare le aree e i fabbricati rurali. In una audizione alle commissioni Agricoltura di Camera e Senato, la De Girolamo ha presentato le linee programmatiche del dicastero: "Impedirò il cambio di destinazione d’uso per i terreni che hanno ricevuto finanziamenti nazionali o comunitari e fisserò criteri per invertire la tendenza alla cementificazione e promuovere una gestione sostenibile degli interventi infrastrutturali e del territorio".

Il disegno di legge "anti cemento", aggiornato rispetto alla precedente versione arenatasi con la fine del governo Monti, sarà presentato al prossimo Consiglio dei ministri. "Il suolo, quale bene comune e risorsa non rinnovabile, va tutelato - ha aggiunto il ministro delle Politiche agricole - anche in funzione della prevenzione e mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico". Proprio per questo, assume rilevanza strategica non solo l’obiettivo di contenimento del consumo di suolo, ma anche quello del "riuso" e della "rigenerazione edilizia" del suolo edificato, al fine di impedire che questo bene prezioso venga eccessivamente eroso e consumato dall’urbanizzazione. Illustrando le linee guida del dicastero, la De Girolamo ha, infatti, ricordato che il sistema agroalimentare è "una parte fondamentale dell’economia del nostro Paese" in cui interagiscono una molteplicità di elementi. L’agricoltura e la pesca rappresentano l’anello primario collegato, a monte e a valle, ad altri settori economici che valgono, nel loro complesso, quasi 267 miliardi di euro, vale a dire il 17% del prodotto interno lordo del Paese. Nel 2012, tuttavia, l’attività economica è progressivamente calata e il pil, in termini reali, ha mostrato una sensibile contrazione (-2,4%). Le previsioni indicano il perpetuarsi di un andamento negativo per tutto il 2013 (-1,3%), mentre primi segni di ripresa sono attesi a partire dal 2014 (+0,7%). Sul versante occupazionale, il settore agricolo nel primo trimestre del 2013 ha già registrato una diminuzione del numero di occupati di circa 32 mila unità, su un totale di 781mila. Di contro, si evidenzia una significativa crescita delle esportazioni agroalimentari (+5,4%). Restano, invece, sostanzialmente stabili le importazioni e ciò comporta un rilevante miglioramento del deficit della bilancia agroalimentare.

"Lo scenario è di recessione - ha spiegato il ministro - una situazione di crisi in cui si accentuano fenomeni di speculazione finanziaria e stazionarietà ovvero riduzione della domanda". Un tentativo di risoluzione può essere rappresentato dalla "Politica agricola comune" che nel corso del 2013 vedrà entrare nella fase conclusiva i negoziati sulla riforma per il periodo 2014-2020, ispirata a principi di modernizzazione e semplificazione, riducendo i vincoli normativi per gli agricoltori e consentendo loro di reagire meglio ai segnali di mercato. Gli esiti del negoziato sono legati alle prospettive finanziarie comunitarie e alla mancanza di accordo con il Parlamento Europeo. Il sistema creditizio destinato al settore agricolo negli ultimi 5 anni ha subito una forte contrazione: i 2,1 miliardi di credito agrario erogati in Italia nel 2012 si attestano sul livello più basso del periodo.

Nell’arco del quinquennio 2008-2012, il credito di lungo periodo ha fatto registrare una flessione media annua di 7 punti percentuali; quello di medio periodo di 8 punti; quello di breve periodo è invece cresciuto mediamente di ben 13 punti ogni anno, passando dai 154 milioni di euro del 2008 ai 252 milioni di euro del 2012. Gli investimenti dunque, finanziati prevalentemente attraverso credito a lungo termine non hanno trovato spazio all’interno del nostro sistema creditizio, riducendosi di circa un terzo nell’ultimo anno.

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