Alfano striglia i suoi e tiene Fini a distanza Ma Ncd perde i pezzi

Partito nel caos: Angelino guarda a Fi e prova a bloccare sul nascere le trattative con Futuro e libertà. Naccarato pronto a passare al misto

Alfano striglia i suoi e tiene Fini a distanza Ma Ncd perde i pezzi

A lfano striglia i suoi: la linea la decido io. Ma il partito è allo sbando e un primo senatore, Paolo Naccarato, è pronto a fare le valigie per andare nel gruppo misto. «Sono molto amareggiato perché ho creduto fortissimamente nel progetto. Ora sono avvilito. Nei prossimi giorni farò le mie valutazioni», dice al Giornale. Aria tesissima nel Nuovo centrodestra dove i veleni scorrono a fiumi.

La notizia pubblicata dal Giornale dell'incontro tra il colonnello alfaniano Cicchitto e l'ex presidente della Camera Fini fa rumore. Cicchitto simpaticamente se la prende con «l'attività di romanziere del simpatico cronista» ma poi conferma: «È stato un occasionale incontro in Parlamento, quali ne capitano almeno una decina al giorno». Alfano scende dal pero, confermando di esserne stato all'oscuro. In ogni caso, all'ora di pranzo, si fa sentire pubblicamente stoppando ogni ipotesi di accordo con l'ex leader di Fli che scalpita per tornare in gioco: «Fini - dice il ministro dell'Interno - ha già cosparso i suoi effetti benefici su Scelta civica con un'intervista nei giorni scorsi, e si sono visti i risultati. Quindi teniamoci a debita distanza». Più esplicito di così: uno stop forte e chiaro a fughe in avanti nel costruire rassemblement di centrodestra che tirino dentro gli ex futuristi. Ovviamente esultano quelli della linea del dialogo con gli azzurri, Nunzia De Girolamo in testa, vista in cagnesco da altri parlamentari antiberlusconiani.

Insomma, nel partito è un ribollire di sospetti e gelosie. Schifani, in Senato, semina zizzania a più non posso: è scontento, spinge come un forsennato per riunire i gruppi con i pezzetti di Scelta civica in disfacimento, l'Udc e i Popolari di Mauro e mira a fare il capogruppo, scalzando Sacconi. Quagliariello è volatile, dà un colpo al cerchio e uno alla botte ma lo descrivono tra i più filorenziani assieme a Beatrice Lorenzin.

La linea politica di Ncd, poi, è tutt'altro che chiara: tanto che il senatore calabrese, Paolo Naccarato, sarebbe in procinto di sbattere la porta e trasferirsi al gruppo misto e da lì fare la «gamba destra» del premier. Nel frattempo si dimette dal collegio dei probiviri con una lettera gelida: «Caro Angelino, con la presente rassegno le dimissioni da membro del Collegio dei probiviri nominato dall'Assemblea costituente del Nuovo centrodestra di domenica 13 aprile 2014. Con i più cordiali saluti e ad maiora». Naccarato da tempo lamenta la «mancanza di un leader a tempo pieno» e in passato si era spinto a chiedere che si dimettesse dal ministero o Lupi o Alfano per occuparsi del partito. Di fatto Naccarato non vede l'ora di appoggiare Renzi: «Nella fase confusa e piena di incognite del dopo elezioni, Matteo Renzi si afferma sempre di più come il più tenace sostenitore di un grande progetto di rivoluzionario cambiamento», scrive sul suo sito.

Intanto l'Ncd fa le capriole per dipingersi vincente ma con scarsi risultati. Ieri, per esempio, Renzi ha rifilato uno schiaffo all'Ncd che aveva fatto del bonus Irpef alle famiglie monoreddito e numerose la propria bandiera.

Bandiera ammainata a forza dal premier che ha sentenziato: niente da fare, ne riparleremo nella prossima legge di Stabilità. Una sconfitta per gli alfaniani che, tuttavia, si sono presentati in conferenza stampa cantando vittoria: «Siamo soddisfatti: abbiamo vinto solo un pezzettino della nostra battaglia, ma l'abbiamo portato a casa».

Carlo Giovanardi la spiega così: «Il governo non ci ha fatto una promessa; ha preso un impegno ben preciso. A ottobre vedremo se rispetterà l'impegno. Io penso proprio di sì. E in questo senso si può parlare di una nostra vittoria». Ma l'esultanza è solo di facciata.

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