Quella del 26 e del 27 maggio è stata la tornata elettorale dell'astensionismo, un fenomeno emerso già alle elezioni di febbraio. Tra ieri è domenica è andato a votare solo il 62% degli italiani, quasi 15 punti in meno rispetto al voto del 2008 (quando però si votava anche per le politiche). Ed è andata anche peggio a Roma, dove si è recato alle urne solo un cittadino su due.
Un voto che comunque "premia la governabilità e dà respiro al partito", secondo il segretario del Pd Guglielmo Epifani intervistato da Il Messaggero. Tira un sospiro di sollievo, quindi, Enrico Letta: tra i democratici forte era il timore che l'appoggio alle larghe intese venisse bocciata dalle urne e mettesse alle strette un partito già in forte crisi. Il centrosinistra ha tenuto invece in quasi tutte le sfide principali. Anche a Siena dove, nonostante lo scandalo Mps, il candidato Bruno Valentini andrà al ballottaggio con un vantaggio di oltre il 40%.
E un voto che rappresenta però una vera e propria dèbacle per il M5S, escluso da tutti i ballottaggi e fortemente ridimensionato dalle urne. Nella Capitale il candidato grillino ha conquistato poco più del 12% dei voti e anche nelle altre città i dati non sono superiori, segno che i delusi dalla politica hanno preferito stavolta rifugiarsi nel non voto.
La corsa per il Campidoglio
continua con una sfida a due. In testa Ignazio Marino (centrosinistra) con il 42,8% contro il 30,2% di Gianni Alemanno. Il sindaco uscente non si dà per vinto e annuncia battaglia: "La partita è ancora aperta", commenta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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