Anche il famoso bilancio "supertrasparente" di Rutelli fa acqua

Nei conti presentati all'assemblea federale della defunta Margherita ci sono quasi 13 milioni di euro non rendicontati. Tutti si servivano della società di Lusi, che però non erogava servizi ma acquistava terreni e appartamenti. In questo giro di fatture false, possibile che qualcuno potesse "non sapere"?

Le ultime parole famose (fumose?) risalgono appena a due settimane fa. Ipse dixit: «Le spese della Margherita dal 2006 al 2010 hanno avuto una diminuzione costante, sono state cifre sempre in calo e lo dimostreremo presentando all'assemblea federale del partito, che si terrà fra 15 giorni, il bilancio che sarà senza precedenti per ampiezza e dettaglio in assoluta trasparenza di tutte le spese e di tutte le entrate sostenute».
L'assemblea federale della Margherita si è tenuta sabato scorso, ma non è andata proprio come pronosticato da Francesco Rutelli (l'Ipse dixit). Anzitutto politicamente, perché il più galantuomo (l'unico?) dell'assemblea, Arturo Parisi, non ha potuto che sbattere la porta e denunciare il golpe di una riunione pilotata, a porte chiuse, per nulla trasparente, nella quale nessuno dei maggiorenti ha parlato, hanno chiuso baracca e burattini in quattro e quattr'otto, perché la paura (la matematica tavolta è un'opinione) faceva novanta.
Ma peggio sta andando il capitolo giudiziario, dopo che l'ex tesoriere, Luigi Lusi, in tv a Skynews 24, ha ribadito che non vuole fare il capro espiatorio, che come tutti i tesorieri «eseguiva ordini verbali», e l'errore madornale è stato quello di fidarsi di chi gli consentiva di fare operazioni finanziarie per conto proprio, «senza essere coperto». D'altronde, non è difficile dargli credito, in questo caso, persino se si è poco avvezzi al funzionamento interno delle organizzazioni politiche, dove sulle questioni finanziarie non si muove foglia che il capo non voglia. Riuscirà la somma ipocrisia dei partiti italiani a ripetere l'infamia compiuta vent'anni fa nei confronti di Bettino Craxi, quando a Montecitorio ricordò che tutti - nessuno escluso - partecipavano al sistema di Tangentopoli? Forse sì, purtroppo: questo è il Paese.
Ma ciò che davvero è andato storto al capo della defunta Margherita, Rutelli, è il famoso bilancio che sarà senza precedenti per ampiezza e dettaglio in assoluta trasparenza di tutte le spese e di tutte le entrate sostenute (vedi sopra). La relazione dei revisori della Kpmg non ha chiarito molto: dei soldi ricevuti dalla Margherita dal 2001 al 2010, 176,5 milioni sono stati spesi regolarmente; gli altri o a Lusi o in spese non rendicontate. Nel dettaglio, dei 26,3 milioni circa di rettifiche al bilancio, 13,6 sono quelli finiti nelle casse della società TTT srl di Lusi e 12,7 in spese non rendicontate. Alla faccia della trasparenza assoluta.
La relazione ha quindi evidenziato che il sistema di gestione del bilancio del partito era ed è rimasto niente affatto sicuro (cosa alla quale teneva molto Rutelli). «È stata rilevata - si legge nel documento - la mancanza di un quadro generale formalizzato di obiettivi, ruoli, responsabilità, competenze, attività di controllo, eccetera, per disciplinare i processi operativi tra cui, in particolar modo, il processo di acquisto e il processo di pagamento». Detto in altro modo, il sistema voluto dai responsabili del partito era pieno di falle e, a voler stare alla versione di Rutelli, favorevole a un'opacità poco opportuna.
Le 96 fatture dirette alla TTT di Lusi (difficile che sia stata messa in campo anche questa a insaputa di tutti, visto che tutti se ne servivano) sono state sparpagliate in 28 tipologie di voci, anche parecchio bislacche, a considerare l'entità degli importi. A titolo di esempio: 4 milioni 17mila 600 euro (27 fatture, quasi il 30% del totale) erano per «servizi di consulenza e assistenza»; 1 milione 584mila (11 fatture) per «verifica degli assetti periferici»; un milione 420mila 800 euro (10 fatture) per «valutazione delle risorse umane e implementazione dei processi di riorganizzazione».
La maggior parte delle fatture risale al 2008, quando la Margherita era già defunta, ma sosteneva iniziative elettorali di candidati confluiti nel Pd. Alla Ttt di Lusi furno pagati 6 milioni 198mila euro (44 fatture). Nel 2010, un altro inspiegabile boom di spese : 5 milioni 433mila 600 euro. Nulla a che fare con la nascita dell'Api, visto che Rutelli lasciò il Pd nel novembre 2009? Ma Rutelli sostiene di non aver preso un euro, e Rutelli è un uomo d'onore, direbbe Shakespeare.
La Margherita - come si evince dalla revisione di Kpmg - fatturava alla società di Lusi (nel 2008) il cento per cento delle spese di «addestramento personale», il 95 per cento di quelle per «assistenza tecnica sul sistema informatico», il 94 per cento di spese di «pubblicità e propaganda». Nel 2010, alla Ttt di Lusi viene fatturato l'89 per cento delle spese di «reception» (?), il 99 per cento degli «affitti elettorali», il 142 per cento di altri imprecisati «costi del personale». In cambio, la Ttt di Lusi però non forniva nulla di nulla, e quei soldi venivano usati per acquistare un terreno a Genzano «qualità bosco alto», uno «qualità orto», due ville e due box. Altri soldi, individuati dalla Procura, usciti dal partito con assegni in bianco, sono stati usati per un'altra villa e degli appartamenti in Abruzzo.


Domanda che viene facile: mettiamo che Lusi emettesse le fatture con una mano e le riscuotesse con l'altra, visto che si tratta pur sempre di pezzi di carta, nessuna segretaria, nessun revisore dei conti del collegio, nessuno del comitato di tesoreria, ricorda per caso di aver visto, toccato o sentito parlare di tale vorticoso giro di carta frusciante? Né si è chiesto perché si pagasse tanto per dei servizi di cui non si vedeva neppure l'ombra? Forza, un piccolo sforzo di memoria. Volendo, ce la si può fare.

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