L'Associazione nazionale magistrati inasprisce la polemica contro il governo dopo le frasi pronunciate in un'intervista al Corriere della Sera da Guido Crosetto, che ha riferito di alcune riunioni di una corrente della magistratura in cui si sarebbe parlato di come fare a "fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta Meloni". Giuseppe Santalucia, presidente dell'Anm, etichetta come "inaccettabili" le parole del ministro della Difesa, in quanto "i magistrati non sono eversori, non fanno riunioni per complottare contro il governo". Riguardo alle presunte riunioni, Santalucia ritiene che Crosetto abbia fatto riferimento a "convegni giuridici e congressi, sempre pubblici, in cui si dibattono questioni giuridiche, politiche, istituzionali e costituzionali". Il magistrato catanese respinge quindi l'espressione "opposizione giudiziaria" affibbiata al mondo che rappresenta e che non potrebbe essere messa sullo stesso piano di "un discorso sui sistemi politici e istituzionali, sul rapporto politica e magistratura, questioni di cui trattano i giuristi".
Nell'intervista a Sky TG24 Santalucia aggiunge: "Noi non facciamo opposizione, non siamo una forza politica che fa opposizione a un governo. Noi siamo altro dal governo, non dipendiamo dal governo, non collaboriamo né contrastiamo il governo. Facciamo un'altra cosa, che è la giurisdizione e quindi la tutela dei diritti, la risoluzione dei conflitti. Mettere insieme opposizione e giudiziario è qualcosa di inquietante". La benzina sul fuoco al dialogo sulle riforme con l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni viene gettata a proposito del giudizio sulle misure che sono arrivate ieri dal Consiglio dei ministri con i decreti sulla giustizia. "Non abbiamo ancora avuto modo di leggere i decreti legislativi – ha spiegato –, ma si tratta di attuazione di una legge di delega che in parte avevamo fortemente criticato e quindi i decreti legislativi probabilmente, anzi ne sono certo, attueranno una delega che in più parti secondo noi è sbagliata".
Il presidente dell'Anm sottolinea il fatto che alcune parti siano già entrate in vigore, in particolare quello che ci preoccupavano sono le valutazioni di professionalità, "non perché non vogliamo essere valutati, lo siamo e da tempo, ma volevamo un sistema di valutazione di professionalità più efficiente ed efficace". Insomma: secondo Santalucia è stato costruito "un sistema macchinoso che rallenterà e depotenzierà la capacità delle valutazioni periodiche di intercettare le vere cadute di professionalità dei magistrati".
Non solo, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati definisce il termine "pagelle" infelice: "Come se fossimo scolari di una scuola".
Infine ribadisce che il problema non sono le valutazioni, "noi siamo già valutati ogni quattro anni, ma il pensare che le valutazioni periodiche di professionalità debbano individuare il magistrato più bravo. Il che introduce nel sistema un elemento di competitività che non ha ragione di essere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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