Appalti, De Magistris inguaiato dal fratello

Napoli, presunta turbativa d'asta per le gare sulla Coppa America. Sotto inchiesta anche il capo di gabinetto del sindaco

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris con il fratello Claudio
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris con il fratello Claudio

Roma - L'ex pm è in un mare di guai. Imbarca acqua ed è prossimo a scuffiare il catamarano arancione di Giggino 'o skipper. I «marinai» di fiducia del sindaco Luigi de Magistris, ovvero il fratello Claudio e il fido carabiniere capo di gabinetto Attilio Auricchio, sono infatti indagati per concorso in turbativa d'asta per quattro presunti appalti pilotati in occasione delle edizioni 2012 e 2013 dell'America's Cup di vela. Con loro, sott'inchiesta, anche il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni, il leader degli industriali Paolo Graziano e l'ex manager della società Acn Mario Hubler, già coinvolto nell'indagine sulla mancata bonifica di Bagnoli.

De Magistris jr si sarebbe occupato dell'organizzazione della kermesse pur non ricoprendo alcun ruolo in seno all'amministrazione comunale. Claudio, infatti, è consulente gratuito del primo cittadino. Qualche giorno fa, a dispetto del low profile che l'ha finora caratterizzato, il de Magistris minore si era addirittura lanciato in una polemica a mezzo stampa con il sovrintendente ai Beni architettonici, Giorgio Cozzolino, che aveva criticato la concessione gratuita di piazza del Plebiscito per il concerto a pagamento di Bruce Springsteen. «Sono il consulente del Comune per la realizzazione dei grandi eventi e quindi la persona più indicata a parlare». Aggiungendo che «la programmazione di eventi di rilevanza internazionale sta aiutando la città e incrementando il trend positivo del turismo». Sarà. Intanto, la Gdf ha perquisito l'ufficio in Comune e quelli presso società dello show-biz «nelle quali lo stesso riveste le cariche di amministratore unico e membro del consiglio di amministrazione»: ovvero la 3DUnion e Intonarumori srl.

Il sospetto dei pm Arlomede e Bottino è che le procedure «possono essere state condizionate e/o viziate da irregolarità» anche a causa di «interferenze agite da soggetti a vario titolo intervenuti nelle fasi della aggiudicazione delle gare». I finanzieri hanno perquisito gli uffici delle società Comunicazione e promozione srl (che ha vinto la gara per «il servizio di progettazione, organizzazione e realizzazione di eventi per l'America's Cup»), della «Costruzioni generali Esserre srl» (allestimento del village, del campus salute e delle opere a mare), della «Mediaedge Cia Italy» (comunicazione) e della «Kidea» (pubblicità).

Sia Acn che Camera di Commercio hanno smentito di aver gestito direttamente gli appalti, mentre lo stesso Claudio de Magistris ha detto di avere la coscienza a posto. Giggino 'o skipper non ha parlato apertamente di complotto, forze occulte e poteri Forti (un copione stantio recitato mille volte da pm di Catanzaro e da sindaco di Napoli) ma ha lasciato intendere che «se qualcuno pensa di fiaccarmi o di farmi mollare, ha sbagliato indirizzo». «In questa citta c'é chi non tollera che abbiamo messo alla porta affaristi, camorristi e lobbisti», ha arringato l'ex toga ribadendo la fiducia nel fratello («un uomo perbene») e nel capo di gabinetto («il miglior carabiniere che abbia conosciuto nella mia vita»).

Auricchio d'altronde è un collaboratore storico di Giggino fin dal tempo in cui invece dei Grandi eventi lavoravano assieme alle Grandi inchieste (flop). Ma, anche con la divisa addosso, Auricchio era incappato in qualche brutto scivolone. Come l'intercettazione manipolata che portò a mettere ingiustamente sott'inchiesta a Catanzaro Giuseppe Chiaravalloti (nel brogliaccio la parola provveditore diventò procuratore, con affianco l'annotazione «Chiaravalloti»); errore che gli costò una censura disciplinare da parte del gran giurì del ministero della Giustizia. O come i curiosi rapporti con l'ex dg della Roma, Franco Baldini, prima e durante l'inchiesta Calciopoli (condotta dall'ex pm-assessore Giuseppe Narducci, cacciato da de Magistris) in qualità di «grande suggeritore d'accusa» che trascrisse solo poche migliaia di telefonate a fronte delle centomila agli atti. Con l'inchiesta sull'America's Cup, salgono così a tre i fascicoli della Procura sull'amministrazione arancione: lo stesso Giggino è indagato, insieme all'ex assessore alla Mobilità Anna Donati, per omissione d'atti d'ufficio e attentato alla sicurezza stradale per le buche stradali.

Nei guai per abuso d'ufficio è finito il suo vice, Tommaso Sodano, per una consulenza da 50mila euro a un professionista del nord Italia. Completa il tris il procedimento sulla pista ciclabile a ostacoli, la cui realizzazione sarebbe stata affidata con procedura di somma urgenza invece che con procedure pubbliche.

C'è poi il fascicolo della Procura della Corte dei Conti sull'infornata di 351 lavoratori assunti nella società di igiene urbana Asìa per un danno erariale da 10 milioni di euro in cui sono coinvolti, oltre allo stesso de Magistris, il vicesindaco Sodano, l'ex assessore Riccardo Realfonzo, l'ex dg Silvana Riccio e l'ex manager Raphael Rossi.

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