Ieri sera, attorno alle 20, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è stato arrestato e condotto nel carcere di Rebibbia con disposizione d’urgenza del tribunale di sorveglianza di Roma. Con l'arresto gli è stata revocata la messa alla prova, che gli era stata concessa a seguito della condanna a 22 mesi di reclusione nell'ambito dell'inchiesta "Mondo di Mezzo" per traffico d'influenze. Era l'unica condanna ricevuta nell'ambito di quel processo, tutte le altre accuse erano cadute per lui, che era stato affidato a Suor Paola. Nello specifico, l'arresto di ieri sera è conseguenza dell'accusa di non aver rispettato il programma stabilito, appellandosi a impegni improrogabili che si sarebbero successivamente rivelati falsi.
Le prescrizioni imposte all'ex ministro, oltre allo svolgimento dei lavori socialmente utili chiesti dalla difesa di Alemanno e accolti dai giudici, prevedevano l'obbligo di non uscire di casa prima delle 7 del mattino, di rincasare entro le 21 e di non frequentare pregiudicati. Ma Alemanno non avrebbe rispettato le indicazioni e il suo avvocato, Edoardo Albertario, nella tarda serata di ieri ha confermato il fatto senza però rilasciare dichiarazioni ed entrare nello specifico. Alemanno era stato affidato alla cooperativa "So.Spe.-Solidarietà e Speranza" di suor Paola d'Auria, che si prende cura di ragazze madri, famiglie disagiate e vittime di violenze.
In queste ore dovrebbe essere reso noto il motivo specifico per il quale l'ex sindaco è stato arrestato con provvedimento d'urgenza nel giorno di San Silvestro e quali sono i margini di accusa. Pare che la Guardia di finanza abbia rilevato presunte false giustificazioni per assentarsi dallo svolgimento dei lavori socialmente utili.
Stando a quanto si apprende, il sindaco si sarebbe presentato spontaneamente nel tardo pomeriggio di ieri presso la caserma dei carabinieri di Monte Mario e adesso, a meno di modifiche, dovrà scontare la pena residua recluso nel carcere romano. Nel frattempo alcune indiscrezioni riferiscono che il suo avvocato presenterà una nuova istanza ai magistrati di sorveglianza per una misura alternativa al carcere.
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