Finalmente sono usciti i nomi dei candidati che si presenteranno, alle prossime elezioni, a fianco di Alexis Tsipras, leader del partito greco di sinistra radicale, Syriza. C'è anche il simbolo, un cerchio rosso (di che colore sennò?) con la scritta bianca in stampatello all'interno: "L’Altra Europa con Tsipras". E ci sono i "big", quei nomi che dovrebbero portare voti. Almeno così sperano gli organizzatori. Vediamo subito la rosa dei vip in salsa rosso-greca: le giornaliste Barbara Spinelli, Giuliana Sgrena e Curzio Maltese, l’attore e scrittore Moni Ovadia, l'ex leader degli antagonisti no global, ai tempi del G8 del 2001, Luca Casarini. La lista prevede in tutto 73 candidati (37 uomini e 36 donne). Tra i grandi assenti spicca Andrea Camilleri. Nei giorni scorsi si era parlato molto della candidatura dello scrittore siciliano: poi lui si è chiamato fuori.
Grande madrina dell'operazione è la Spinelli, che si è subito mobilitata, attraverso Twitter, per declamare il verbo, facendo sapere che la volontà dei candidati è quella di chi "vuole cambiare radicalmente l’Europa, tramite la lotta contro la povertà e per la libertà". A giorni partirà la raccolta firme, in tutta Italia, necessaria per la presentazione della lista.
Scorrendo i nomi dei candidati si vede un po' di tutto: No Tav, attivisti di varie battaglie, operai di aziende in crisi (come l'Electolux), femministe, economisti, movimenti di vario genere. C'è (quasi) tutto l'universo della sinistra italiana che non si riconosce nel Pd. E, ovviamente, fa dell'antiberlusconismo spinto il proprio marchio doc. Tra i candidati si segnalano anche il professor Adriano Prosperi (della Normale di Pisa), il giurista del lavoro Piergiovanni Alleva, il giornalista e politico Sandro Medici, lo scrittore Ermanno Rea, il fautore del referendum sull'acqua Riccardo Petrella.
Non mancano i candidati di origine straniera. Il maggior gruppo è di origine greca, tanto per non "tradire" la vicinanza con il fondatore e leader della lista: Argyrios Panagopoulus, corrispondente da atene per il Manifesto, Olga Nassis, militante di Syriza e Sinistra ecologia e libertà. A sorpresa, ma non troppo, ci sono anche alcuni nomi che provengono dal partito di Nichi Vendola (Sel) e da quello di Paolo Ferrero (Rifondazione comunista): Marco Furfaro (Sel), Fabio Amato (Prc) e Eleonora Forenza (Prc). Il Pdci si è molto arrabbiato per la composizione delle liste (forse avrebbe gradito uno strapuntino): Cesare Procaccini, segretario Pdci, dopo la diffusione dei nomi dei candidati afferma: "La lista Tsipras non si è costruita in modo democratico e inclusivo. Inaccettabile è la discriminazione nei confronti dei comunisti italiani e della minoranza slovena".
Casarini alla fine ce l’ha fatta ed è stato candidato: su di lui c’erano forti dubbi da parte di alcuni dei cosiddetti "garanti" della lista (Viale, Revelli, Flores d’Arcais, Barbara Spinelli, Gallino e Camilleri). Quest’ultimo reduce da un intervento chirurgico era stato in un primo momento indicato tra i capolista, ma poi ha smentito la propria candidatura. Problemi anche sull’eurodeputata uscente ex Idv, Sonia Alfano, che probabilmente avrebbe gradito la candidatura ma non corrispondeva alla caratteristica di non avere ricoperto incarichi elettivi negli ultimi 10 anni. Lo stesso dicasi per i candidati più dichiaratamente comunisti (vedi Pdci). Secondo il Fatto Quotidiano sulla Alfano ci sarebbe stato un vero e proprioveto: "Non conosco - ha detto - chi avrebbe posto il veto su di me, ed escudo che conoscano me e il mio percorso al Parlamento europeo. Non riesco a capire se questa regola che impedisce la candidatura di chi è in politica dal 2004 serva a tenere fuori chi non ha lasciato traccia del proprio percorso parlamentare oppure vuole penalizzare chi, come me, ha lavorato concretamente raggiungendo risultati oggettivi. Aver fatto istituire la Commissione Antimafia Europea che ho presieduto- continua Alfano - aver lavorato per l’approvazione del Testo unico europeo antimafia e della direttiva confisca è un merito che per alcuni non va riconosciuto".
L'impressione, a prima vista, è che sia
una marmellata di nomi senza capo né coda. E qualcuno prevede lo stesso (magro) risultato che arrivò alla "Rivoluzione civile" di Ingroia. Troppo presto per dirlo. Una sola cosa è certa: il responso lo daranno gli elettori.
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