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In arrivo provvedimento disciplinare per il "cattivo maestro" Raimo

Christian Raimo, docente di filosofia e candidato alle Europee con Avs, sarà sottoposto a un procedimento disciplinare da parte del ministero dell’Istruzione

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Il “cattivo maestro” Christian Raimo finisce nel mirino del ministero dell’Istruzione. Il noto intellettuale romano, docente di filosofia e candidato alle Europee con Avs, verrà sottoposto a un procedimento disciplinare.

Raimo, noto per aver firmato nel 2004 un documento in cui si chiedeva la liberazione di Cesare Battisti e per aver difeso a spada tratta le ragioni dell’anarchico Alfredo Cospito e quelle di Ilaria Salis, il prossimo 21 maggio dovrà presentarsi nella sede dell'ufficio scolastico regionale del Lazio per difendersi dall’accusa di aver violato il codice etico dei docenti dipendenti pubblici. In particolare, sono due gli articoli che gli vengono contestati: il 10 e l’11-ter. L’articolo 11 stabilisce che "Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell'amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all'immagine dell'amministrazione". L’articolo 11-ter “con riferimento all'utilizzo dei mezzi di informazione e dei social-media”, dispone che "in ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all'immagine dell'amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale". In sostanza, la notizia che Raimo descrive come “grottesca, ridicola, se non fosse forse grave, e un po' preoccupante” riguarda un post in cui criticava il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Secondo lo scrittore, si trattava di un post in cui considerava “incredibile che – si legge sul suo profilo Facebook - un potere, sedicente liberale, reagisse alle critiche per vie giuridiche e soprattutto non dicesse nulla sugli striscioni che dei neonazisti mettono sotto scuola di un docente”, riferendosi alle migliaia di messaggi di minacce che ha ricevuto nell’ultimo periodo. “Quello stesso potere, mi sembra che ora stia ancora usando la gerarchia per censurare la libera espressione”, scrive Raimo chiedendo se anche questo post sarà oggetto di un altro provvedimento disciplinare. Lo scrittore e attivista romano, dopo aver citato il caso della professoressa Donatella Di Cesare, assolta per aver definito il ministro Lollobrigida “neohitleriano”, promette battaglia contro“la noia di un potere che si avvale di provvedimenti disciplinari e querele non la dobbiamo nemmeno dire”. E conclude:“Martedì 21 avrei preferito fare lezioni in classe, spiegare le diverse interpretazioni storiografiche delle guerre religiose, e la differenza tra logica aristotelica e logica stoica”.

Ma cosa aveva scritto esattamente Raimo nel post incriminato? Il 6 aprile scorso, Raimo ha commentato in un lungo post la notizia dell’avvio di un approfondimento interno da parte dell’'Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio in merito alle dichiarazioni da lui rilasciate durante la trasmissione "L'aria che tira" in cui aveva, in sostanza, detto che era giusto picchiare i neonazisti. Raimo contesta il ministro dell’Istruzione sul piano del metodo e del merito. Nel primo caso scrive che Valditara“mostra quanto rischia di diventare violenta l’autorità, ma diciamo anche il potere, quando non ha autorevolezza né capacità di ascolto e di dialettica”. E aggiunge: “Un ministro dovrebbe difendere tout-court un docente minacciato da gruppi neonazisti invece di avviare un approfondimento interno”. Secondo Raimo, Valditara si accoda così agli striscioni intimidatori, e lascia che “gli uffici scolastici regionali vengano usati in modo esattamente contrario alla loro funzione”. Ma non solo. Lo scrittore accusa il ministro di aver proferito parola“quando davvero la violenza fisica viene esercitata sulla comunità scolastica, come è accaduto a Pisa poco più di un mese fa”.

Raimo, infine, si trincera dietro la libertà di insegnamento e, dopo aver citato vari politici e intellettuali antifascisti, conclude il suo lungo post con un velato attacco al ministro che invitava a partecipare alle celebrazioni per il 25 aprile: “È un militante della Lega, e mi sembra che il suo partito stia ritrovando la sua originaria ispirazione federalista e antifascista. Magari discuteremo dal vivo, da educatori, anche lui insegna e sa sicuramente riconoscere le virtù dell'elenchos socratico”.

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