Da Montanari a Raimo, gli intellò anti-Meloni pronti ad arringare gli studenti in rivolta

Il collettivo Cambiare Rotta convoca un forum nazionale alla Sapienza. Nella due giorni, organizzata per rilanciare la "necessità una nuova formazione", previsti vari interventi

Da Montanari a Raimo, gli intellò anti-Meloni pronti ad arringare gli studenti in rivolta
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Due giorni per rilanciare la "necessità una nuova formazione". Per mettere in cantiere l'intifada studentesca 2.0. L'organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta, già al centro delle proteste anti-Israele nelle università e nelle piazze, ha convocato a Roma un forum nazionale dedicato alle proprie istanze. Il 18 e il 19 maggio prossimi, gli attivisti del movimento studentesco si ritroveranno dunque alla Sapienza per l'autoreferenziale evento e la notizia è che ad arringarli ci saranno alcune personalità note ai più soprattutto per le loro posizioni ostili al governo guidato da Giorgia Meloni.

Nulla di nuovo sotto il sole, insomma. Gira e rigira, anche la sinistra studentesca finisce sempre per ricadere sui suoi vecchi paradigmi. Alla faccia dei venti di rinnovamento caldeggiati a parole. Leggendo le locandine social che reclamizzano il forum, apprendiamo che a inaugurare i lavori sarà il fisico Carlo Rovelli, apprezzato divulgatore scientifico con scarse simpatie per l'attuale esecutivo. Al concertone del primo maggio 2023, il professore se la prese infatti pubblicamente con il ministro Guido Crosetto e automaticamente divenne un mito per gli anti-Meloni. "Fa la vera opposizione", scrissero di lui.

All'evento organizzato da Cambiare Rotta e Osa (Organizzazione studentesca d'alternativa) sono attesi anche alcuni universitari americani in lotta nei college, che porteranno la loro testimonianza agli attivisti nostrani. Poi, nella prima sessione di confronto, via alla parata di intellettuali: tra gli altri, ci saranno il rettore dell'Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, e il professor Christian Raimo. Due nomi che non necessitano di presentazioni. Il secondo, recentemente, fece discutere per una frase pronunciata in tv in riferimento al caso di Ilaria Salis. "I neonazisti? Vanno picchiati, io insegno a scuola e penso sia giusto picchiarli", disse. Ci chiediamo cosa insegnerà ai giovani pronti a radunarsi a Roma il prossimo fine settimana.

Tra i relatori attesi all'evento, anche Giorgio Cremaschi di Potere al Popolo, che non più tardi di due settimane fa puntò il dito contro le nostre istituzioni così: "Smettiamola di fare la guerra. Lo Stato italiano sta mandando missili e sostiene il genocidio israeliano". L'ex sindacalista, nei mesi scorsi, auspicò anche un maggior odio sociale. "Magari ce ne fosse di più in questo Paese, da parte dei poveri contro i ricchi, purtroppo ce n'è ancora troppo poco", teorizzò davanti alle telecamere. È questo il retroterra di pensiero al quale gli studenti in rivolta intendono abbeverarsi per rilanciare le loro mobilitazioni?

Se di

odio si parla, certo questo sentimento non manca tra chi agita le proteste antisioniste. Con il pretesto del sostegno alla Palestina, infatti, certi movimenti sembrano più che altro dei covi di intolleranza e di ideologia.

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