Porto spostato e soldi: ecco le assurde richieste delle Ong all’Italia

Le nuove possibili misure del governo italiano non piacciono alle Ong: si lamentano di Taranto e chiedono aiuto "politico" ed "economico"

Porto spostato e soldi: ecco le assurde richieste delle Ong all’Italia

Non è un mistero che il governo stia studiando una stretta per le navi delle Ong, che agiscono spesso in spregio della normativa italiana con arroganza e prepotenza. Sia Giorgia Meloni che Matteo Piantedosi hanno a più riprese sottolineato la necessità di regolamentare i flussi di migranti in ingresso, oggi gestiti dagli scafisti. Il nuovo decreto dovrebbe arrivare nelle prossime settimane insieme al codice di comportamento per le Ong, che stanno già alzando la voce contro il governo italiano, preoccupati di non poter più operare a loro piacimento.

La stretta del governo

Quindi, è evidente che il governo si stia muovendo nella giusta direzione e che le misure pensate dal governo potrebbero funzionare per limitare l'azione delle Ong. In particolare, dalle prime indiscrezioni che emergono dal nuovo decreto, il governo ha intenzione di mettere in atto due misure principali. La prima dispone che la richiesta di asilo da parte dei migranti venga effettuata già a bordo della nave: ciò implica l'identificazione dei migranti, che viaggiano senza documenti, e soprattutto l'inoltro della richiesta allo Stato di bandiera della nave, che deve farsene carico. In più, prevede che le Ong inoltrino la richiesta di porto sicuro immediatamente dopo aver compiuto il primo intervento, in modo da evitare lo stazionamento in mare davanti alle coste libiche con centinaia di migranti a bordo.

L'aiuto "politico" del parlamento basco

La ong Salvamento Maritimo Humanitario, che opera nel Mediterraneo centrale con la nave Aita Mari, sembra non gradire e ha denunciato ai media spagnoli che quello che sta preparando il governo italiano è un dispositivo che contiene "minacce" di sanzioni "insostenibili". La Ong veste i panni della vittima e parla di "guerra alle Ong" in programma per il governo italiano, che sta semplicemente lavorando per difendere la sua sovranità e i confini, suoi ed europei.

Salvamento Maritimo Humanitario ha minacciato che fermerà le sue navi ma, soprattutto ha chiesto aiuto "economico e politico" contro l'Italia, spiegando che questo aiuto potrebbe arrivare sotto forma di una dichiarazione istituzionale del parlamento basco, al quale la Ong si è rivolta per ottenere un appoggio contro l'Italia. L'atteggiamento della Ong conferma quanto già evidenziato dai fatti: nelle loro intenzioni non esistono alternative all'Italia per lo sbarco dei migranti, nonostante i numerosi porti sicuri del Mediterraneo.

Il porto di Taranto non gradito alla Ong

Ma mentre Salvamento Maritimo Humanitario tergiversa in Spagna, muovendosi di porto in porto, le altre navi stanno operando nel Mediterraneo centrale. Due sono attraccate tra ieri e oggi nel porto di Livorno con oltre 250 migranti a bordo, più del doppio rispetto a quelli che erano inizialmente previsti, visto che entrambe hanno effettuato un secondo intervento dopo l'ottenimento del porto. La nave Rise Above, invece, si sta dirigendo verso Taranto, non senza polemica. Infatti, alla nave è stato modificato il porto di attracco, inizialmente individuato in Roccella Jonica.

Evidentemente, le autorità competenti hanno ritenuto il porto calabrese non idoneo allo sbarco dei migranti, anche in considerazione degli arrivi autonomi. Per questa ragione si è preferita l'assegnazione di Taranto, non gradita alla ong Mission Lifeline. "Il nostro timore che le capacità di soccorso vengano deliberatamente ritirate dalle aree di ricerca sembra confermato. Questo ci sta spingendo al limite della nostra capacità di carburante.

È in discussione se ce la faremo fino a Taranto", scrivono dalla Ong. A Mission Lifeline fa eco Mediterranea Saving Humans: "A conferma della nuova strategia del governo italiano, oggi le è stato assegnato il porto di Taranto a 450 miglia di distanza!".

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