Marco Travaglio è un bravo giornalista ma sarebbe ancora più bravo se non soffrisse di una sindrome non rara nel nostro ambiente, ma che in lui raggiunge vette inarrivabili: l'egocentrismo narcisista. Lui ogni mattina si alza e interroga lo specchio: «Specchio delle mie brame, chi è il giornalista più importante del reame?». E se lo specchio per caso, può capitare, non riflette il suo nome, lui sbrocca e sfoga la sua frustrazione sul malcapitato, che di recente sono io, immeritatamente al centro dell'attenzione per il caso di Arianna Meloni. Così si mette al computer e scrive le peggio cose, ieri per esempio che io sarei un ballista di professione condannato per diffamazione e pure complottista. Troppo onore, detto da uno che detiene il record nazionale di querele perse per le balle che dice e scrive (all'interno trovate un elenco, sia pure incompleto), e che sulla teoria dei complotti ha costruito la sua carriera. Per farlo si è di volta in volta avvalso di consulenti elevati al rango di editorialisti del suo giornale. Uno dei primi suoi eroi fu Antonio Ingroia, pm siciliano tra gli ideatori della teoria complottistica della trattativa Stato-mafia. Non solo ovviamente era una bufala, certificata da sentenza di Cassazione, ma Ingroia ha dovuto dimettersi dalla magistratura un attimo prima di essere cacciato con disonore e dopo diversi guai giudiziari ora fa l'avvocato di presunti mafiosi. Non contento, Travaglio passa alla penna di Piercamillo Davigo, il pm che ha visto complotti ovunque («Un imputato assolto è un colpevole che l'ha fatta franca») salvo finire condannato a un anno e sei mesi di carcere per aver complottato su un presunto complotto, quello della Loggia Ungheria. Politicamente poi Travaglio ha sposato Giuseppe Conte, leader del partito nato denunciando complotti ovunque: da quel giorno Conte - come era successo prima all'altro amico Di Maio - è andato in disgrazia (per fortuna, stava portando l'Italia alla rovina) e i Cinque Stelle hanno perso due terzi dei voti.
Perché dico questo? Perché leggo che Travaglio si starebbe avvicinando a Giorgia Meloni, della quale parla un gran bene.
Presidente Meloni, non sono affari miei, ma finché è in tempo si salvi dal bacio della morte che ha già fatto secchi Ingroia, Davigo, Di Maio, Conte e tanti altri. Perché, non per essere scaramantici, Travaglio è uno che statisticamente allunga la vita ai suoi nemici e la accorcia agli amici.
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