Bagnasco: "Rifondare la politica e lo Stato"

Appello del presidente della Cei ai partiti: "Solidarietà lungimirante" E sulla legge 40: "Surclassata la giustizia italiana"

Dalla crisi economica che morde i risparmi degli italiani e che mette in ginocchio l'Eurozona alla politica italiana che si appresta asd andare incontro all'appuntamento elettorale. Dalla difesa della famiglia affinché "non sia umiliata e non deperisca" alla dura reprimenda nei confronti della Corte di Strasburgo che ieri ha bocciato la legge 40 sulla procreazione. L'appello del presidente Cei Angelo Bagnasco è una richiesta di unità per riuscire ad affrontare i problemi, che affliggono il Paese, insieme. "È l’ora di una solidarietà lungimirante, dell’assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell’economia e del lavoro, della rifondazione della politica e della partecipazione, della riforma dello Stato - ha spiegato - problemi che hanno al centro la persona e ne sono il necessario sviluppo".

Rifondare politica e Stato

Bagnasco guarda con apprensione alle prossime elezioni che porranno la parola "fine" al governo tecnico guidato da Mario Monti. Un appuntamento che il numero uno della Cei possa diventare occasione di confronto per aiutare a crescere l'Italia. "Quando per interessi economici, sull’uomo prevale il profitto, oppure, per ricerca di consenso, prevalgono visioni particolaristiche e distorte, le conseguenze sono devastanti e la società si sfalda - ha aggiunto Bagnasco durante la festa della Madonna della Guardia, a Genova - perché superando prospettive ideologiche, è necessario tenere ben saldo il legame con quei valori che fanno parte della nostra storia e ne costituiscono il tessuto profondo". Tessuto che, ha spiegato Bagnasco, "a qualcuno sembra talmente acquisito da non aver bisogno di attenzione e di presidio alcuno, e da altri è guardato con sospetto o insofferenza come se fosse un intralcio al progresso".

La crisi economica

Sottovalutare il contesto "europeo e mondiale" della crisi "sarebbe illusorio e suicida". Nell’omelia pronunciata per le celebrazioni della Madonna della Guardia a Genova, Bagnasco ha spiegato che "nel cuore abbiamo il peso della crisi". "Il pensiero corre a chi ha lavoro e spera di tenerlo, a chi lo cerca e non lo trova, a chi l’ha perso - ha continuato - la grave congiuntura economica, con ricadute preoccupanti su occupazione e vita sociale del Paese, dell’ Europa e del mondo, non è una crisi congiunturale ma di sistema". Per il porporato, "la durata nel tempo e gli scenari internazionali hanno ormai dimostrato che la crisi riveste una complessità e profondità tali che non può essere affrontata con ’formulè rapide e parziali" e che "neppure è possibile un affronto puramente nazionale che prescinda da quel contesto europeo e mondiale il quale, pur presentando vischiosità e particolarismi, sarebbe illusorio e suicida sottovalutare. E nel quale bisogna poter stare con competenza ed autorevolezza".

Strada in salita

Per il presidente della Cei, dalla crisi economica si esce "solamente uniti perchè la strada intrapresa, in Italia come altrove nel mondo, è fortemente in salita". "Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per famiglie, giovani, adulti e pensionati - ha continuato Bagnasco - è possibile ma solo insieme perche insieme si affrontano le prove più dure" dal momento che "se le persone si sentono sole davanti alle difficoltà, si deprimono e arrendono, finiscono ai margini, preda del peggio: senza lavoro, il male ha buon gioco".

La difesa della famiglia

Per Bagnasco la famiglia "merita di essere molto di più considerata sul piano culturale, e sostenuta sul piano politico ed economico" affinché "non sia umiliata e non deperisca". "La gente - ha affermato il numero uno della Cei - non perdonerà a nessuno la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo". Per il cardinale, oltre ad essere "il grembo naturale della vita nella sua inviolabilità", la famiglia è "il fondamento affidabile della coesione sociale, baluardo educativo dei giovani, vincolo di solidarietà tra generazioni. Anche per questo merita più considerazione".

E ha aggiunto: "Se la famiglia fonda la società, la presidia e le garantisce futuro, com’è evidente da sempre, la società a sua volta deve presidiare la famiglia riconoscendone pubblicamente il valore unico, e ponendo in essere tutte quelle misure necessarie e urgenti affinchè non sia umiliata e non deperisca".

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