Bagnasco si ricrede Affondo anti Monti su Imu, fisco e tagli

Il presidente Cei mette in penitenza il premier e corregge la rotta dei vescovi. Apertura al Pdl

Il cardinale Angelo Bagnasco a Roma
Il cardinale Angelo Bagnasco a Roma

C'era una volta «l'esclusiva presunta», quella che frettolosamente qualcuno aveva voluto concedere al nuovo soggetto montiano, accreditato di un canale preferenziale con il mondo e il voto cattolico. Con il trascorrere delle settimane, però, quella sorta di cambiale in bianco è stata ritirata e il bluff dell'endorsement a destinatario unico è stato svelato. Una frenata avvenuta in contemporanea con gli abboccamenti sempre più espliciti tra il soggetto del Professore e l'asse Bersani-Vendola.

Ci sono state le parole, inequivocabili, pronunciate da monsignor Luigi Negri: «I politici vanno giudicati dai valori che difendono». E naturalmente quelle dell'arcivescovo Rino Fisichella: «Non ci sono variazioni di orientamento rispetto alla nota dottrinale di Joseph Ratzinger del 2002. L'auspicio è che i politici operino da cristiani in qualunque partito, senza subire passivamente tendenze generalizzate che scambiano per progresso le negazioni della vita, della famiglia e della libertà di educazione». Due giorni fa, poi, è arrivato l'affondo anti Monti sul Terzo settore dimenticato del cardinale Angelo Bagnasco. «C'è vero stupore per una specie di improvvisa incomprensione che ha colpito il settore dell'economia sociale: proprio da noi, che storicamente siamo stati tra i primi a sperimentarla e abbiamo così tante ragioni concrete per stimarla». Per il presidente della Cei «nutrire più rispetto per l'economia sociale e civile, e per le sue esperienze più tipiche in quello che è chiamato il Terzo settore, è condizione per continuare a disporre del cespite di un'economia prossima a tutti e certamente propizia per la collettività».

In sostanza una critica forte e diretta verso quelle politiche governative che di recente hanno penalizzato il Terzo settore. Nel mirino della Cei c'è soprattutto l'imposizione dell'Imu ma anche la scure della spending review su ospedali e posti letto che ha colpito soprattutto il no profit. Senza dimenticare il tentativo di tagliare circa il 50% dei fondi assegnati alle scuole paritarie. Tutte battaglie sulle quali il Pdl si è schierato sulle posizioni della Cei. «In un anno di governo Monti c'è stata troppa poca attenzione verso la libertà di educazione e la sussidiarietà» spiega Gabriele Toccafondi, parlamentare azzurro da sempre in prima linea su questo fronte. «Con la nostra azione parlamentare abbiamo fatto da argine e abbiamo ottenuto risultati visibili. Ma la fiducia concessa dal mondo cattolico al governo è stata spesso tradita sui fatti concreti».

Il timore diffuso ai vertici della Cei - ieri da Avvenire, peraltro, è arrivata una bacchettata a Monti sul taglio delle vacanze per gli studenti - è che dalle urne esca rafforzato un asse politico centralista-burocratico e che il Terzo settore resti schiacciato nella morsa sindacati-Confindustria, vittima delle propria divisioni.

È anche per questo che sotto traccia sono ripresi i contatti tra Via dell'Umiltà e le alte gerarchie vaticane, in particolare con monsignor Fisichella. Così come lo stesso Angelino Alfano si sarebbe confrontato su temi e prospettive politiche con Angelo Bagnasco. A conferma che le porte restano aperte e la «scelta civica» non scalda i cuori di Oltretevere.

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