Con le unioni civili "la società, come già si profila in altri Paesi, andrebbe al collasso". Lo ribadisce il Cardinale Angelo Bagnasco, in apertura del consiglio episcopale permanente, sottolineando come la società non voglia "riconoscere le conseguenze nefaste di queste apparenti 'avanguardie?".
Il presidente della Cei mette in guardia: "La gente non perdonerà la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo". La crisi porta a parlare d'altro, "di unioni civili che sono sostanzialmente un'imposizione simbolica". "Si ha l’impressione che non si tratti di dare risposta a problemi reali ma che si voglia affermare ad ogni costo un principio ideologico, creando dei nuovi istituti giuridici che vanno automaticamente ad indebolire la famiglia".
Dal Cardinale arriva anche un affondo contro la creazione di registri per le unioni civili che, laddove sono stati introdotti rimangono sostanzialmente inutilizzati, la loro adozione risponde solo a un "principio ideologico" volto a indebolire la famiglia.
Il Cardinale parla anche del testamento biologico, invitando il Senato a "un ultimo passo da compiere" se vuole evitare "che un'altra legislatura si chiuda con un nulla di fatto". Sull'argomento la Chiesa è vigile, come lo è "sulla salvaguardia della dignità degli embrioni".
Ma le preoccupazioni della Cei non sono soltanto di ordine morale. E allora ecco che "l'immoralità e il malaffare" diventano temi importanti, per i quali si sviluppa "rafforzata indignazione", ampiamente sottovalutati dalla classe politica.
E anche su questo bisogno agire, perché "è motivo di disagio e di rabbia per gli onesti". Il "reticolo di corruttele e scandali" che emerge anche a livello regionale fa pensare "che il sospirato decentramento dello Stato in non pochi casi coincide con una zavorra inaccettabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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