Partiamo da un presupposto (consolante): «Sono le piante a scegliere noi e non viceversa». Lo dice col buonsenso dell'esperienza, (nonna) Pinuccia Colnaghi che da anni gestisce un negozio nel Milanese e che da sempre coltiva questa passione. Si dovrebbe dire che ha il «pollice verde» ma a lei non piacerebbe. Perché lei, al pollice verde, non ci crede poi tanto. Dice che sono le piante a scegliere noi e che tutti possono riuscire a sfoggiarne di meravigliose solo mescolando un po' di passione, molta attenzione e un po' di cure.
Eppure quella del «pollice verde» è una storia che divide il mondo a metà: chi ci sa fare e chi invece riesce a fare morire anche la pianta più facile che ci sia. Se rientrate in questa seconda fetta di mondo e, per qualche strana ragione, vi è capitato un bel «ficus» dalle mille foglioline verdi che ad un certo punto ha cominciato ad afflosciarsi, a «piangere» foglie a più non posso, a ingiallirsi fino a diventare un tristissimo scheletro di rametti bè, è il caso di dire che quel ficus se l'è un po' andata a cercare, visto che quel «ficus» è venuto a cercare proprio voi...
Il punto però è che, pollice o non pollice, oggi in un mondo sempre più green, dove tutti siamo eco-sostenibili alla ricerca della verdura-chilometro-zero, sfoggiare in casa piante rigogliose e angoli di verde misto, oppure balconi fioriti o persino fazzoletti di orto con pomodori cittadini-fai-da-te è diventato quasi imprescindibile. Le piante sono biglietti da visita che parlano del nostro stile - e quindi più o meno raffinato - dei gusti personali, che raccontano molte cose di noi a chi entra nel nostro mondo. E avere piante o fiori «spennacchiati» disseminati qua e là per casa è quasi peggio che servire in tavola un arrosto bruciacchiato o una pasta scotta. In questo caso possono essere assai utili per migliorare i consigli del manuale di giardinaggio Pollice verde che viene pubblicato col Giornale. Quali piante scegliere? Come sistemarle? Quanto bagnarle e soprattutto che fare quando si cominciano a vedere i primi segnali di allarme rosso? Tanto per cominciare come fa notare Pinuccia Colnaghi per scegliere (o farsi scegliere) dalla pianta più adatta a noi bisogna considerare lo spazio. «Se vogliamo sistemarla in un appartamento bisogna valutare la luminosità, ad esempio e se non abbiamo molta luce preferire una pianta con foglie grandi che ne catturano di più». L'acero da salotto, per esempio, che qualche architetto smanioso di originalità sistema negli appartamenti a suo parere è una moda fuori luogo. O quanto meno necessita di attenzioni particolari. «Si possono realizzare angoli scenografici anche con piante che non hanno bisogno di troppe attenzioni se pensiamo di non poter dedicare troppo tempo», spiega. Ad esempio facendole scendere dal soffitto, come il «Potus» o il «Cissus» sono piante molto verdi, scure e intense che hanno diverse varietà di colori e foglie. Abbinandoli l'effetto è assicurato. E anche il colpo d'occhio... Paradossalmente ci sono piante che preferiscono essere lasciate in pace per crescere meglio. Il consiglio numero uno è molto semplice: bagnarle solo quando sono asciutte.
Certo, consiglio numero due, al buio non dura niente. L'agonia sarà lenta ma inesorabile. In questo caso non resta che accontentarsi dei cosiddetti fiori «stabilizzati». Di solito si tratta di rose o ortensie, rimaste morbide nonostante siano secche grazie a un particolare trattamento.
D'altronde che si possa parlare attraverso il linguaggio dei fiori o delle piante non è una novità. Regalare il fiore giusto significa inviare un messaggio ben preciso. Per le piante in casa o sul balcone l'informazione è più ampia. A meno che non si tratti di una pianta finta che lascia sempre senza parole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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