Il Beep Beep D’Alema teme i coyote anti Pd

Dalle sconfitte politiche alle inchieste della magistratura, schiva sempre il burrone con ghigno beffardo. Se si fermasse, farebbe la fine dello struzzo

Il Beep Beep D’Alema teme i coyote anti Pd

D’Alema ne ha detta una delle sue. «Chi voleva spaccare il Pd rischia la fine di Willy il Coyote», ha sentenziato dimostrando una volta per tutte che è un uomo di profonde letture e di vasta cultura. In attesa delle sue prossime citazioni per cui si candidano nell’ordine: l’orso Yoghi, nonna Papera, Grisù, Tom & Jerry e Picchiarello, gli esegeti del Baffino-pensiero sono andati subito a spulciare fra i ricordi d’infanzia per tenere botta al colto riferimento. Del resto, si sa, stare al passo con gli intelligenti non è mai impresa facile.
Per agevolare il percorso riassumiamo il cartoon: Willy il Coyote (più correttamente Wile Coyote) è un personaggio della Warner Bros che dagli anni Quaranta è impegnato in una maniacale rincorsa a un simil-struzzo, il celebre Beep Beep, che combina le peggio cose ma alla fine riesce regolarmente a sfuggire alla cattura. Gli episodi, sempre per aiutare coloro che non godono della stessa cultura di D’Alema, si concludono immancabilmente con il povero Willy il Coyote che casca in un canyon mentre Beep Beep se ne vola via, veloce e irridente. E soprattutto assai antipatico.
Dunque dice D’Alema (e quindi dev’essere sicuramente intelligente) che chi vuole spaccare il Pd rischia di essere Willy il Coyote. Può essere. Ma allora D’Alema non può essere che Beep Beep. Fateci caso: è una vita che non fa altro che scappare. Veloce e irridente. E soprattutto assai antipatico. Proprio come l’uccello corridore: nel burrone non ci è mai caduto, ha sempre sfiorato la voragine, si è sempre salvato con un ultimo salto e un ghigno beffardo. Beep Beep: l’esistenza di D’Alema, in fondo, è tutta una fuga. Come ha avuto modo di dire di lui Umberto Eco: non ne ha indovinata mai una. E da quando non finì il corso di laurea alla Normale di Pisa non fa altro che scappare…
Non c’era nessun Willy il Coyote a inseguirlo allora, ma Beep Beep fuggì via veloce dall’università. Entrò nella Fgci, poi Beep Beep, scappò in Puglia. Il partito crollò, ma lui Beep Beep scampò alla voragine e, anzi, ne divenne leader. Poi leader non gli bastò e volle diventare statista, c’era quasi riuscito con la Bicamerale ma Beep Beep sfuggì anche a quel pericoloso canyon istituzionale. Inventò il governo Prodi poi lo abbatté; Beep Beep in un attimo fu presidente del Consiglio ma poi scappò anche da lì salvandosi per un pelo dal burrone delle Regionali in cui aveva fatto cadere tutto il partito. Da allora ha assunto la carica di rappresentante ufficiale dell’intelligenza. Epperò, a sentirlo, ultimamente anche i suoi amici più fidati hanno un sospetto: non è che voglia scappare pure da quella?
Non c’è grande canyon degli scandali in cui non sia andato vicino. Però Beep Beep in qualche modo è riuscito a non precipitare mai fino in fondo. C’è Affittopoli? E lui scappa dalla casa grazie alla sua faccia tosta. C’è Unipol? E lui s’allontana da Consorte grazie all’immunità del Parlamento Ue. C’è l’inchiesta sugli appalti Enac e i viaggi aerei gratis? E lui vola via grazie alla formula magica del «non poteva sapere». Beep Beep la fa sempre franca e ride di quei Willy Coyote che precipitano nel burrone anche se sono suoi ex sostenitori, come Gianpaolo Tarantini, o suoi ex amici come il senatore Pd Alberto Tedesco, travolto dalla scandalo sanità in Puglia. In Puglia, fra l’altro, da sempre D’Alema ha la sua base elettorale, il suo baluardo, il suo regno. E infatti (Eco docet) in quella regione non è riuscito a vincere nemmeno le primarie del suo partito. L’ha lasciata a Vendola e lui, Beep Beep, è volato via anche dall’imbarazzante canyon del Tavoliere.
Da presidente del Consiglio dichiarò guerra alla Serbia e la bombardò. Così dovette fuggire ai rimorsi di coscienza e, Beep Beep, organizzò la Missione Arcobaleno. Ma la Missione Arobaleno si rivelò un disastro e così dovette fuggire ai burroni giudiziari. Beep Beep. Il magistrato che allora indagava, Michele Emiliano, si candidò sindaco di Bari per la sinistra, D’Alema ne uscì miracolosamente pulito ancora una volta. Ma adesso che Emiliano è finito a sua volta nei guai per via delle cozze pelose, D’Alema ha già detto ai suoi di suonare la ritirata: «Deve fare un passo indietro». Ecco: gli altri devono fare un passo indietro, lui invece no. Lui scappa sempre in avanti. Così si salva regolarmente, ride di quelli che cadono in giù, astuto e antipatico, e poi riparte. Ma per dove? E perché? Dio solo lo sa. Con tutta la sua dabbenaggine, infatti, per lo meno Willy il Coyote ha una missione, un compito, una parte in commedia. Si capisce che cosa cerca e che cosa vuole fare.

Beep Beep, invece, uccello corridore, dove diavolo va? Che senso ha? Perché diamine corre? Che sa fare, a parte scappare? Nessuno l’ha mai capito. Ma forse, essendo uno struzzo, sta solo rimandando il momento in cui dovrà fermarsi. Perché sa che allora non gli resterà che nascondere la testa sotto la sabbia.

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