Mentre il mondo si interroga sul successore di Benedetto XVI, trapelano alcune indiscrezioni sulle condizioni di salute del Santo Padre. Poco meno di tre mesi fa - scrive il direttore del Sole 24Ore, Roberto Napoletano, il Papa è stato operato al cuore nella clinica Pio XI a Roma per la sostituzione del pacemaker, "nel riserbo più assoluto. L’intervento è andato bene, il Papa si è ripreso regolarmente, non ha mai mancato l’appuntamento con l’Angelus domenicale, ha dimostrato la consueta serenità e buona capacità di sopportazione. Si è affidato alle mani di Luigi Chiariello, cardiochirurgo di scuola americana, direttore della cattedra dell’università di Torvergata, che ha in cura i battiti e le frequenze cardiache del Papa da dieci anni quando, sempre a Roma, gli impiantò il suo primo pacemaker".
Il professor Chiariello "non ha voluto confermare la notizia", scrive Napoletano, "e si è trincerato dietro un assoluto no comment". Ma Ratzinger non ha mai voluto mancare ai suoi impegni, e "si è presentato all’appuntamento domenicale con i fedeli anche la mattina dopo l’operazione".
Come ha ammesso il diretto interessato (parlando delle "forze che vengono meno"), il Santo Padre negli ultimi mesi avrebbe avuto alcuni campanelli d'allarme legati, forse, a piccole ischemie: vuoti di memoria, smarrimenti. Episodi non gravi, soprattutto in relazione all'età (86 anni ancora da compiere), ma che potrebbero aver spinto Benedetto XVI ad assumere quella che, a tutti gli effetti, è una decisione di portata storica. "Ho avuto l'impressione - ha raccontato l'arcivescovo di Terni, monsignor Vincenzo Paglia, che ha parlato del loro ultimo incontro - che il Papa non fosse presente a se stesso, e a dire il vero che nemmeno sapesse chi ero". Il Vaticano non conferma. Ieri padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha smentito che sia una malattia ad aver causato le dimissioni.
È la "fame d’aria" uno del sintomi dei problemi circolatori di cui soffre il Papa. A causa di una fibrillazione atriale cronica, si apprende da fonti mediche vicine al Vaticano, da un po' di anni utilizza un pacemaker per sostenere il cuore e per aiutarlo anche nelle crisi respiratorie, causate dall’insufficienza del battito. Sarebbe proprio questo disturbo, chiamato "cuore polmonare" ad aggravare la spossatezza. Il suo stato non sarebbe grave ma in casi come questi è sconsigliata una attività intensa.
Le altre ipotesi
Sono diverse, oltre alle non buone condizioni di salute, le ipotesi sulle cause che potrebbero aver spinto Ratzinger alle dimissioni. L'anno appena passato verrà ricordato come quello dei "corvi" e dei Vatileaks (la fuga di documenti riservati vaticani riguardanti i rapporti all'interno e all'esterno della Santa Sede. Questidocumenti hanno fatto emergere le lotte di potere all'interno del Vaticano e alcune irregolarità nella gestione finanziaria dello Stato e nell'applicazione delle normative antiriciclaggio). Ovviamente ricorderemo anche il maggiordomo che rubava le carte e le passava ai giornalisti (e a chi altri?). Il 2012 è stato un anno di lotte durissime tra le "sacre stanze", con i cardinali a farsi la guerra, sotto traccia, mettendo in difficoltà in più di un'occasione lo stesso Pontefice.
Sul passo indietro del Papa avrebbero influito anche le difficoltà nel governare la chiesa americana, sconvolta dai numerosi scandali di pedofilia. Di recente l'arcivescovo di Los Angeles, Josè Gomez, ha sollevato da ogni incarico pubblico il suo predecessore, Roger Mahony, pubblicando sul sito della diocesi tutte le carte sugli scandali, che coinvolgerebbero più di 120 preti. A quanto pare diversi cardinali americani non avrebbero gradito le modalità di questo "repulisti", e questo malumore sarebbe stato l'oggetto dell'incontro, avvenuto pochi giorni fa, tra il Pontefice e il cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato e numero uno del collegio cardinalizio.
Gli intrighi a San Pietro
"Mordkomplott" (complotto di morte): questa parola, in tedesco, compare in un documento anonimo consegnato da un cardinale, il colombiano Castrillon Hoyos, alla Segreteria di Stato e al segretario del Papa, all'inizio del 2012. Nel testo si parlava di un viaggio fatto in Cina dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo. Sarebbe stato lui a far partire le voci sulla "fine del papato" entro un anno. Poi, piano piano, emerse chi era l'autore delle "soffiate", o meglio, delle carte trafugate e consegnate ai giornalisti: il cameriere Paolo Gabriele, poi condannato e in seguito graziato dal Papa.
Ma si parla anche del contenuto "sconvolgente" di un dossier che tre cardinali anziani avrebbero consegnato al Papa, nei mesi scorsi, a proposito di Vatileaks (la fuga di notizie riservate dalle stanze Vaticane). E qualcuno sottolinea la gravità del fatto che lo Ior (la "banca del Papa"), da nove mesi sia senza guida, dopo che il suo presidente Ettore Gotti Tedeschi era stato sfiduciato. Come mai non è stato ancora sostituito? Il nome del nuovo presidente era atteso nelle prossime settimane.
Può darsi che Benedetto XVI abbia voluto dare un colpo di freno, un passo indietro per azzerare le faide su questa lotta di potere, lasciando la palla al proprio successore. A cui toccherà il compito di spalancare le finestre per far entrare aria pulita nelle stanze dei sacri palazzi.
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