Berlusconi: "Contro di noi una congiura, se vinco una commissione d'inchiesta sul governo Monti"

Il Cav chiede una commissione per fare chiarezza sulla caduta del suo ultimo esecutivo. Poi attacca i magistrati in politica: "Patologia del nostro sistema giudiziario"

Berlusconi: "Contro di noi una congiura, se vinco una commissione d'inchiesta sul governo Monti"

Un viaggio in treno da Roma a Milano e poi un vertice con Roberto Calderoli e Roberto Formigoni nella casa milanese di via Rovani. Silvio Berlusconi si appresta a un fine settimana meneghino all'insegna degli incontri politici. Sull'alleanza con il Carroccio ha detto di sentirsi "stranamente tranquillo". Stessa linea sul Pirellone: "Non è vero che Formigoni non appoggerà Roberto Maroni, io mi sto recando a pranzo con Formigoni che mi ha dato la sua parola che, se troveremo l’accordo con la Lega, voteremo lealmente la Lega e Maroni alla presidenza della Regione Lombardia e - ha proseguito il Cav - Albertini va in contro a una sconfitta sonora".

L'ex premier, parlando con i cronisti alla Stazione centrale, ripercorre la fine della sua ultima legislatura: "In quel momento c’è stata una vera e propria congiura e noi, vincendo, instaureremo subito una commissione per esaminare quei fatti". Poi un commento a caldo sui magistrati in politica: "È un’altra anomalia, direi una patologia, del nostro sistema giudiziario che urge di essere cambiato". Il Cav punta il dito contro il "clima" che, nell'autunno del 2011, portò a "quel grande scandalo" che fu la nascita del governo Monti: "Ho sentito dire da Monti stesso e da altri ministri che eravamo sull’orlo del burrone e della catastrofe: bene, queste cose qua sono mascalzonate".

"C’è stata una grande delusione credo da parte di tutti", Berlusconi ha commentato così la "salita" in politica di Mario Monti. "Una grande caduta di credibilità del personaggio. Le promesse da marinaio sono un bel viatico per chi vuole avere la fiducia degli elettori", ha proseguito il Cavaliere. Una delusione ma non una paura, perché "secondo i sondaggi - ha spiegato - l’agire e le conseguenze dell’agire di questo governo tecnico sono lì da vedere. Gli italiani si stanno rendendo consapevoli della congiura che c’è stata per mettere una parentesi alla democrazia per porre fine al nostro governo. Non penso - ha aggiunto - ci sia una persona che possa dare fiducia ai vari Fini, Casini e Monti". "Non commento, per amor di patria e per amore di famiglia", ha risposto Berlusconi ai cronisti che gli chiedevano un commento sul divorzio da Veronica Lario.

In mattinata, prima di partire alla volta di Milano, Berlusconi aveva attaccato Monti durante un'intervista concessa all'Agenzia Televisiva Vista: "Ha contraddetto le garanzie che aveva dato all'inizio della sua avventura di presidente del Consiglio. Aveva garantito al presidente della Repubblica, a me presidente del Consiglio uscente e agli italiani che non avrebbe approfittato della pubblicità, dello stare sul pulpito in questo periodo di governo tecnico per poi presentarsi come protagonista della politica". E invece ha fatto tutto il contrario, proponendosi come guida per una lista in Senato e di una coalizione alla Camera.

La "salita in campo" del premier - ha spiegato il Cav - ha portato "una caduta di credibilità rilevante", fatta da un uomo che è "già senatore a vita" e non si è presentato "nelle liste elettorali", assumendo invece "il ruolo di leader della coalizione dei partitini del centro". Nel mirino anche il programma, l'agenda per l'Italia, "scritto in gran parte dal giuslavorista del Pd Piero Ichino, che ha lasciato il Pd, un programma in quasi totale sintonia con il programma del Pd".

L'intenzione di Monti è dunque, secondo Berlusconi "di fare da ruota di scorta del Pd continuando quella politica di austerità che ha portato l’Italia in queste condizioni e che purtroppo secondo la loro sensibilità dovrebbe essere continuata".

E

le critiche non mancano anche per Antonio Ingroia, che questa mattina ha definitivamente scelto per una discesa in campo, candidandosi come premier. Il protagonismo dei magistrati, spiega Berlusconi, "è un'anomalia, una patologia del nostro sistema giudiziario".

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