Sciolte tutte le riserve. Antonio Ingroia, la toga partigiana prestata alla politica, ha deciso di candidarsi. Sarà in lizza come candidato premier, a capo della lista Rivoluzione civile. La scelta del magistrato è stata dettata da una considerazione: "Non siamo in un Paese normale, non siamo in una situazione normale".
"Siamo in un'emergenza democratica - dice - dovuta allo strapotere dei sistemi criminali, dovuta alle insufficienze e alle inadeguatezza della politica". Ecco perché "è venuto il momento della responsabilità". Il togato parla di una rivoluzione in atto. "Antonio Ingroia non si propone come salvatore della patria, ma di essere solo un esempio", spiega.
Gli obiettivi di Ingroia
La proposta articolata dal magistrato è quella di una "vera lista nuova, una vera lista civica", un "cantiere aperto alle parti più nobili della società civile". E sulla adesione al suo movimento è sicuro: "Saremo milioni, perchè vogliamo fare una rivoluzione pacifica, una rivoluzione dei cittadini, una rivoluzione civile per la quale abbiamo costituito una lista, per la quale mi candido a premier".
Gli obiettivi di Ingroia? Ambiziosi a dir poco. Il magistrato, che con una logica distorta dice: "L'anomalia non sono io, l'anomalia sono gli altri". Il Pd "si trova dentro una politica antimafia che non ha mai avuto l'ambizione secca che abbiamo noi, ossia eliminare la mafia".
Grasso? Scelto da Berlusconi
La candidatura del magistrato non arriva senza critiche per il centrosinistra e per Pietro Grasso, il procuratore nazionale antimafia che ha scelto di scendere in campo con Bersani. "Così non va", redarguisce il segretario dei Democratici, a cui ricorda che "chi ha alle spalle storie così importanti dovrebbe ricordarsi il valore della moralità". In quanto a Grasso, una colpa - almeno nella visione di Ingroia - grava su di lui: "È stato scelto da Berlusconi in virtù di una legge con cui venne escluso Giancarlo Caselli".
Vietti: "Magistrati in politica? Inopportuno"
Le scelte del magistrato sono state oggetto oggi di almeno due commenti sulla stampa nazionale. Da una parte il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, che ha definito "inopportuno" l'impegno politico per i magistrati.
Dall'altra Luciano Violante. L'ex presidente della Camera, in riferimento anche alla discesa in campo del procuratore antimafia Pietro Grasso, ha criticato Ingroia. Il magistrato - ha detto - "ha in corso un’inchiesta delicata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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