Se il Pdl andrà al governo, gli italiani riavranno entro tre mesi i soldi spesi per l'Imu come "atto di scuse dello Stato verso i cittadini". Uno Stato "amico dei cittadini" e non ostile come quello che vuole la sinistra. A prometterlo di Silvio Berlusconi - "intimamente" convinto che il centrodestra "vincerà sia alla Camera che al Senato" - durante un comizio in Veneto: "Intendiamo ridare entro il mese di maggio quanto le famiglie hanno versato allo Stato per l’Imu, perché la casa per noi è sacra, è il pilastro su cui la famiglia ha diritto di poggiare il proprio futuro". E non solo: "Aboliremo e restituiremo l’Imu sui fabbricati e fondi agricoli e restituiremo anche questa tassa", ha aggiunto.
Il Cavaliere è tornato poi ad attaccare gli aversari, in particolare la sinistra di Pier Luigi Bersani, il cui programma è inconsistente. "Ieri in tv mi hanno messo contro tutti", ha detto parlando della trasmissione di Lucia Annunziata, "Tutti di sinistra ed estrema sinistra. Ditemi una proposta del signor Bersani ho chiesto loro: silenzio assoluto, sono tutte proposte in negativo. Noi, invece, vogliamo semplificare la vita alle imprese e anche il credito". L'unico modo per il Pd di governare, tra l'altro, è di allearsi con il centro, con il quale ha affinità: "Oscar Giannino, Monti, Casini, Fini sono costole del Pd", sostiene Berlusconi prendendosela in particolare con il Professore che "si è sposato con Bersani con la benedizione della Merkel e sono pronti a collaborare una volta passate le elezioni". E non ha risparmiato nemmeno Beppe Grillo: "Partito di protesta legittima perché la politica ha dato immagine pessima. Abbiamo visto, però, che l’85% viene dall’estrema sinistra e dai centri sociali".
Parlando poi della par condicio, il leader del Pdl ha ribadito che la norma esiste solo in Italia: "In questa campagna elettorale accade quindi che il più grande partito abbia lo stesso spazio dei piccoli. Il Pd per essere maggioranza deve avere il sostegno di tanti piccoli partiti. Anche noi abbiamo dovuto avere a che fare con piccoli partiti che non guardano agli interessi comuni, ma a quelli dei loro piccoli leader", ha concluso.
Resta quindi il problema delle alleanze: "Voglio una maggioranza non viziata da traditori", ha detto il Cavaliere sottolineando che anche per uscire da questo impasse c'è bisogno di "cambiamenti alla Costituzione", per far sì, ad esempio, "che i decreti legge non passino al vaglio del capo dello Stato" e per avere "l’elezione diretta del Presidente". Riforme per cui Berlusconi è pronto persino a un accordo con la sinistra "ove si trovasse una posizione comune sulle modifiche costituzionali, che considero essenziali per arrivare a un Paese davvero governabile".
Al centro del suo programma, comunque, c'è il condono tombale, ma anche quello edilizio e l'amnistia: "Sono favorevole a tutte e tre le cose", ha detto il Cavaliere che precisa: "Sono provvedimenti che manderemo avanti solo se avremo una nostra maggioranza". Previsto anche un accordo tra Equitalia, contribuenti, lavoratori autonomi ed artigiani "per il pagamento della sola imposta non pagata e la contestuale eliminazione dei costi di notifica, degli agi e delle sanzioni".
"Questa notte non ho dormito ho scritto spot e lettera da inviare agli italiani, l’unica pubblicità che facciamo", ha raccontato il Cav nel suo intervento alla Green Power di Mirano. "Ho cercato di inserire qualcosa che riguardasse le ragioni per cui siamo scesi in campò nel 94. L'Italia passava un brutto momento, i partiti che c’erano allora erano stati fatti fuori da certa magistratura e non potevano presentarsi col loro nome e poteva esserci la vittoria della sinistra, che affondava radici nell’invidia sociale. Ideologia più disumana, cinica e crudele: il comunismo", ha detto.
Poi, in serata ai microfoni del Tg5, torna a parlare di Mps: "Ne vedremo delle belle. È una vicenda da inquadrare in quella che è la prassi, nelle istituzioni dove a comandare era il Partito comunista, oggi il Partito democratico. Sempre nella tradizione comunista c’è l’identificazione dell’istituzione con il partito ed è il partito che decide gli uomini da mandare al comando, che
538em;">dà gli ordini a questi uomini, che chiede financo a questi uomini di rendere una parte delle loro importanti retribuzioni al partito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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