Bersani va allo scontro: Prodi candidato del Pd

Per non perdere il partito il segretario piddì è pronto a spaccare il Paese: "Prodi sarà il nostro candidato al Colle"

Il fotomontaggio creato da Isola Virtuale (http://isolavirtuale.tumblr.com)
Il fotomontaggio creato da Isola Virtuale (http://isolavirtuale.tumblr.com)

Alla fine sarà Romano Prodi. Nel tentativo di non perdere la leadership del partito, Pier Luigi Bersani ha deciso di spaccare definitivamente il Paese: il Professore sarà il candidato dei democratici alla corsa per lo scranno del Quirinale. Una scelta che di fatto va a rompere definitivamente e irrimediabilmente le trattative col centrodestra. Uno strappo politico e istituzionale teso a mettere in un angolo il Pdl e a occupare l'ultima poltrona da prendersi.

Il Pd prova ad uscire dal pantano in cui si è cacciato. Dopo la figuraccia a Camere riunite, l'assemblea al Teatro Capranica ha dato il via libera all’unanimità all’indicazione del nome di Prodi, proposta da Bersani, per la presidenza della Repubblica. Proposta che è stata accolta dai democratici con un lungo applauso. Piuttosto semplice la strategia illustrata dal segretario piddì: votare scheda bianca al terzo scrutinio e puntare su Prodi al quarto quando il quorum si abbassa a quota 504 preferenze. "Intorno a noi si era creata una situazione difficile e non abbiamo dato una buona prova: faremo valutazioni", si è limitato a dire Bersani nel tentativo di resettare lo sfacelo di ieri. Nelle ultime ore il segretario ha tenuto riunioni e contatti per niente facili. Con i cattolici che minacciava no ritorsioni nel caso in cui Franco Marini fosse stato messo da parte. Dopo l’elezione del nuovo presidente si vedrà. Il segretario, capito che Marini sarebbe stato impallinato, è sparito dalla Camera e si è rifugiato in un ristorante con Enrico Letta, Vasco Errani e Maurizio Miglivacca. In pratica, il gruppo con il quale ormai valuta tutte le decisioni, con una eccezione però: Dario Franceschini, che era presente quando il segretario aveva deciso di puntare su Marini. Durante l'assemblea al Capranica Bersani ha espresso rammarico per la mancata elezione dell'ex presidente del Senato al soglio del Quirinale: "Per responsabilità di cui, se siamo adulti, dobbiamo prendere atto che non siamo stati in grado di cogliere l’opportunità di eleggere una nostra figura prestigiosa, un uomo del lavoro come Marini".

Dopo aver occupato le presidenze delle Camere piazzando Pietro Grasso e Laura Boldrini, adesso il piddì si appresta a muovere l'assalto finale al Quirinale. Al centrosinistra, se come pare scontato anche il Sel di Nichi Vendola e i socialisti convergeranno sul nome dell’ex premier, mancano pochi voti all’autosufficienza. I grandi elettori sono poco meno di 500, mentre la maggioranza assoluta che scatterà dalla quarta votazione è di 504 voti. D'altra parte la scelta di convergere su Prodi metterebbe d'accordo anche Matteo Renzi. "Nessuno ha mai chiuso su Prodi", aveva detto il sindaco di Firenze poco prima che iniziasse l'assemblea a cui ha deciso di non partecipare. "Ci auguriamo che questo nome possa parlare a tutto il parlamento - ha commentato Rosy Bindi - non solo al M5S che aveva inserito nelle quirinarie anche il nome di Prodi, ma anche allo schieramento di centrodestra". In realtà, le parole della presidente del Pd suonano come una vera e propria presa in giro.

Sin dall'inizio, infatti, Silvio Berlusconi si era detto disposto a trattare purché la sinistra non puntasse sul sempiterno anti Cav Prodi. "Prodi - ha commentato Matteo Orfini - ha riunito il Pd e il centrosinistra". E il prezzo da pagare per una sinistra unita è un Paese diviso e un clima da guerra civile.

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