Bocciati Vendola, Fini e Di Pietro: fuori dall'Assemblea

Sel, Fli e Idv non eleggono consiglieri. Il figlio di Lombardo conquista una poltrona

Per i grillini che ridono, 14,8% a spoglio quasi completo, e sicuramente primo partito, ci sono altri che piangono. E quanto piangono. Dal Fli di Fini, che sparisce letteralmente dal Parlamento siciliano, all'Idv di Di Pietro ma soprattutto, in Sicilia, di Leoluca Orlando, che quando gioca pro domo sua, vedi i voti presi per l'elezione a sindaco nel maggio scorso, i consensi li raccoglie, ma quando non è in corsa in prima persona s'impegna molto meno. E infatti i dipietristi all'Assemblea regionale siciliana non entreranno.
Accanto a chi torna a Palazzo dei Normanni, o a chi ci entra per la prima volta, c'è anche un festival di silurati eccellenti in queste elezioni. Il principale, forse, è Gianfranco Miccichè. Lui, l'artefice della rottamazione del Pdl di Alfano con la candidatura in solitaria contro Musumeci, non tornerà a Sala d'Ercole, così si chiama l'aula del Parlamento siciliano. Nonostante abbia ottenuto il 15% di preferenze come candidato governatore, e nonostante il buon risultato del suo partito, 6,2%, non diventerà deputato regionale. Galeotta è la ripartizione dei voti a livello provinciale. Miccichè, a Palermo, contrariamente a quando era il dominus di Berlusconi, è stato il terzo o il quarto, nella classifica dei più votati. Quindi, per lui, niente scranno.
L'altro grande sconfitto è sicuramente Fini. Nel cupio dissolvi rispetto al Cav il suo partito contava due assessori nel governo del ribaltone guidato da Raffaele Lombardo e ben quattro deputati all'Ars. Adesso, con il 4,2%, è ben sotto la soglia del 5% e dunque non conquista seggi. E dire che i sondaggisti avevano avvertito i finiani, all'inizio di ottobre, segnalando il rischio che il partito non superasse lo sbarramento. Ma il senatore messinese Carmelo Briguglio, invece di ringraziare dell'avvertimento e prendere le dovute contromisure, si era imbestialito: «Sono costretto a chiedere all'autorità giudiziaria - aveva tuonato - l'apertura di un'inchiesta contro alcuni sondaggisti truffaldini».
Fuori dal Parlamento siciliano, ai finiani, faranno compagnia Idv, la Federazione della sinistra, Sel e i Verdi: si son fermati rispettivamente al 3,4 e al 3, e dunque niente poltrone. Per tanti che restano fuori, un'eredità familiare che continua.

Infatti, ci sarà ancora un onorevole Lombardo, anche se il governatore sloggia. Con ogni probabilità il suo erede, il figlio ventiquattrenne Toti, ce l'ha fatta. Un bel regalo per papà, che ieri ha festeggiato il suo compleanno numero 62 insieme a un buon 9% del suo partito. MtC

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