Gli insulti erano per le donne in quanto donne. Speciali perché donne. Bottiglie di vetriolo fatte di parole, perché donne. Altrimenti non ci sarebbero stati insulti differenziati, per così dire. E quegli insulti provenivano per lo più dai manipoli di Sinistra Libertà ed Ecologia, ovvero dallo stesso Sel che ha portato in Parlamento Laura Boldrini, poi eletta presidente della Camera dall'agonizzante Bersani. La Boldrini è la stessa persona che ha giustamente chiamato a raccolta l'opinione pubblica di ogni tendenza per difendere la propria dignità femminile e di cittadina offesa dalle sconcezze scaricatele addosso via web. Che cosa ha da dire oggi la presidente Boldrini a quei compagni di partito che hanno sfregiato con insulti sessisti le donne che stavano ieri a Brescia con Silvio Berlusconi? Finora neanche una parola.
Un uomo è stato selvaggiamente picchiato dai contestatori mentre cercava di sottrarre alla loro ira alcuni anziani, uomini e donne. L'aggredito è stato curato, ferito e sanguinante. Ma sono state le donne quelle prese di mira con insulti dedicati al loro genere, come il vetriolo che in questi giorni è alla ribalta nelle cronache. Un cartello, ad esempio, avvertiva che le contestatrici di sinistra considerano se stesse «donne verticali» per definire le donne contestate, le odiate berlusconiane, come «donne orizzontali». La donna più insultata, oltre che contestata, è stata Daniela Santanchè rimasta chiusa in albergo finché non ha potuto ottenere lo spazio fisico per raggiungere la manifestazione. A lei sono state dedicate salve d'insulti tutti irripetibili, tutti a sfondo sessista, tutti col valore di una secchiata di vetriolo sulla dignità. Daniela Santanchè non ha fatto che ripetere la sua fiducia in un governo che curi i mali del Paese invocando la concordia e lo spirito di servizio.
Brescia è una città difficile, anche dura. Io sono stato eletto senatore di quella città nel 2001, quando ancora non c'era il Porcellum, e ricordo un ambiente politicamente ostico, spesso molto ostile e verbalmente anche violento. Ma non ricordo di aver assistito ad attacchi contro donne colpevoli di essere prima donne e poi avversari politici: questo è un fatto nuovo, orrendo e immorale che dovrebbe far scattare la molla della condanna da parte di ogni partito politico. Stiamo vivendo un periodo di preoccupante aumento della violenza contro le donne in Italia, perseguitate, terrorizzate, sfregiate e uccise per motivi sempre riconducibili a questioni sessuali: amanti e mariti delusi, stalker impazziti, giovinastri tornati all'età della pietra con bottiglie d'acido in tasca. Ma anche donne apostrofate, manomesse con le parole, terrorizzate o zittite.
Dunque, su una cosa almeno dovremmo essere tutti d'accordo: nel non fare sconti a chi aggredisce le donne, anche se con un pretesto politico. E torno alla Boldrini. Questa giovane signora in fondo avrebbe potuto prendere molto più sportivamente di quanto abbia fatto gli insulti in rete, i fotomontaggi che cercavano di umiliare la sua dignità, le sudice allusioni e insomma quel clima canagliesco di caccia in branco contro una vittima donna che è purtroppo moneta corrente dell'inferno on-line. Avrebbe potuto prevederlo, assumendo l'importante carica e sapendo di essere una donna di aspetto attraente, perché in rete, sul mitico web, tutto è così: offese, manipolazioni, falsità. Invece, la neo presidente della Camera ha deciso di gridare e di agire, perché certamente non intendeva difendere soltanto se stessa, ma difendere un principio: dire no in maniera dura e ferma alla macelleria, al femminicidio sia pure in effigie.
Che ieri alcune donne, colpevoli di esprimere la propria appartenenza politica e la propria solidarietà nei confronti di Berlusconi, siano state pubblicamente trattate da «donne orizzontali», dunque prostitute, e molto peggio se dovessimo fare l'antologia degli epiteti rivolti contro la Santanchè ed altre, non è un fatto che possa essere registrato nella lista delle curiosità. E neanche delle comprensibili intemperanze che caratterizzano ogni scontro politico, specialmente in piazza.
Qui ci troviamo di fronte alla scelta, compiuta perfino da altre donne tra le file dei contestatori, di selezionare come bersagli le figure femminili e colpire quei bersagli con insulti sessisti. Non so se è chiaro a lorsignori che gli insulti contro le donne, anche se travestiti da insulti politici, sono insulti razzisti, come quelli di cui giustamente si lamenta la ministra di origine africana. Insultare per il colore della pelle non è peggio che insultare per il genere cui si appartiene, anche perché l'unico genere che raccoglie insulti e umiliazioni è sempre quello femminile.
Certo, per la presidente Boldrini deve essere questo un momento di imbarazzo, visto che i capofila dei contestatori che hanno aggredito verbalmente le donne e manualmente alcuni uomini, sembrano appartenere allo stesso Sel che l'ha messa in lista ed eletta alla Camera dove è diventata presidente. È imbarazzante, ce ne rendiamo conto.
Ma proprio per questo, oggi e non domani è il momento di dire con voce forte e chiara da che parte si sta rispetto ai principi. Presidente Boldrini, è l'ora della schiena dritta e delle parole chiare. Se dovesse tacere, chi potrà più crederle su questo tema cruciale dell'inviolabilità della dignità femminile?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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