Bologna, il sindaco Pd Lepore sfratta un centro per anziani perché “troppo filorusso”

La rabbia dei gestori nei confronti dell’amministrazione dem per la presunta ritorsione politica. Nel mirino la proiezione di un film pro Putin e l’incontro sull’amicizia tra Russia e Corea del Nord

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Sotto sfratto perché “troppo filorusso”. Così l’amministrazione dem di Bologna guidata da Matteo Lepore ha messo sotto sfratto il centro per anziani Villa Paradiso. Situata nel Savena, quartiere con età media molto alta, la struttura conta circa 500 soci, di cui l’80 per cento donne, ma presto la sua funzione cambierà. Come riportato dal Fatto Quotidiano, il Comune ha deciso che non sarà più una Casa di Quartiere ma vedrà lo sviluppo di “un progetto di welfare di prossimità” non specificato.

La decisione ha mandato su tutte le furie i residenti e i gestori del centro, soprattutto perché si tratterebbe di una sorta di ritorsione politica. Nei mesi scorsi sono state registrate frizioni tra i gestori e l’amministrazione piddina per due motivi: la proiezione del film “Il testimone”, considerato pro Vladimir Putin e in cui il protagonista vede l’esercito ucraino giurare sul “Mein Kampf” hitleriano, e l’incontro sulla “lunga amicizia tra Russia e Corea del Nord”.

Su richiesta del Comune, entrambi gli incontri sono stati annullati poiché “il carattere pubblico di Villa Paradiso è incompatibile con ogni attività di propaganda”. Per il presidente Maurizio Sicuro la decisione del sindaco di Bologna è semplicemente incomprensibile: “Noi il welfare lo facciamo sul serio. Organizziamo corsi, abbiamo ripulito il cortile dove c’era lo spaccio, ci saremmo aspettati dal Comune almeno la proposta di uno spazio alternativo, invece nulla. Il quartiere è un mortorio, i negozi di prossimità chiudono, surclassati dai supermercati e trasformati in appartamenti turistici”.

La mobilitazione per Villa Paradiso è già partita, con gli iscritti speranzosi che la resistenza porti dei risultati. Fortunatamente non ci sarà alcuna occupazione, situazione che avrebbe comportato qualche conflitto d'interessi a sinistra.

Potere al popolo si è schierato al fianco dei gestori, stroncando la linea del Pd: “Non abbiamo dubbi, questa è una ritorsione politica della giunta nei confronti di un’associazione non allineata alla volontà del Pd, ma anche un chiaro segnale dato a tutte le altre case di quartiere e associazioni: o con noi, o contro di noi”.

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