Lombardia, burqa e niqab vietati in luoghi pubblici e scuole: via libera del Consiglio regionale

Si tratta di un'estensione di un divieto già presente in Lombardia e voluto dall'amministrazione Maroni: "In alcuni quartieri regole e costumi in completa antitesi al mondo occidentale"

Niqab, foto di repertorio
Niqab, foto di repertorio
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Nel pomeriggio di oggi, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la mozione con la quale si vietano il burqa e niqab negli edifici pubblici e nelle scuole. Un'estensione di un divieto già in essere per rafforzare la sicurezza del territorio. "L'approvazione della mozione punta all'applicazione più rigida delle norme, già previste dalla Regione Lombardia, sul divieto del velo islamico e a sollecitare il governo ad estendere il divieto a tutti gli edifici pubblici e alle scuole", ha spiegato Silvia Scurati, consigliere regionale della Lega, prima firmataria della mozione.

"Troppi casi dimostrano che l'obbligo del velo viene imposto oltre che alle donne anche alle bambine e questo non è accettabile. La Lega vuole garantire ugualmente a tutte le studentesse minorenni la libertà di crescere senza discriminazioni, insieme alle loro compagne, in un percorso di piena integrazione", ha proseguito, sottolineando che l'Italia non deve più tollerare "la proliferazione di quartieri e pseudo ghetti all'interno delle città, specialmente a Milano, dove vigono regole e costumi in completa antitesi al mondo occidentale". Situazioni purtroppo presenti in molte città del Paese, che dimostrano il fallimento delle politiche di integrazione volute dalla sinistra negli anni precedenti.

"Non possiamo tollerare che queste pratiche, che costituiscono una violazione dei diritti fondamentali delle donne, abbiano spazio in Italia e in Europa, dove abbiamo lottato duramente per l'emancipazione femminile", ha aggiunto Alessandro Corbetta. "La vera integrazione non si basa sul rispetto forzato di imposizioni davvero patriarcali che limitano i diritti fondamentali, ma sulla libertà di ogni individuo di esprimere la propria identità. La libertà di scegliere come vestirsi, di vivere senza imposizioni retrograde e lontane dalla nostra cultura, è un diritto irrinunciabile e un pilastro della società occidentale", ha detto ancora.

L'assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa, ha voluto sottolineare che la mozione è stata una "discussione importante perchè è una costante incontrare donne e bambine coperte. Una donna è libera di vestirsi come meglio crede.

Dobbiamo pretendere che l'obiettivo principale sia quello dell'integrazione, ma non possiamo pretendere di ottenerlo con la forza, invadendo la libertà degli altri. Nessuno vuole cancellare la cultura musulmana".

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