«C'è un alunno autistico» E i genitori ritirano i figli

Si dice sempre che in Italia la scuola non funziona. A dirlo, di frequente, sono i genitori. Dimenticando che spesso - a non funzionare - sono proprio loro: i genitori. Padri e madri di famiglia che, con la loro vigliaccheria, offrono ai bambini il peggiore degli esempi.
Vigliaccheria è un termine forte, ma come definire altrimenti la scelta di un genitore che decide di ritirare il figlio da scuola per la presenza in classe di un alunno autistico? Abbiamo sperato che la notizia non fosse esattamente in questi termini; che magari il titolo dell'Ansa («Bimbo autistico in classe, genitori portano via i figli») avesse calcato un po' i toni. Invece, purtroppo, a confermare il brutto episodio, sono arrivate le dichiarazioni dei vertici scolastici. In estrema sintesi la storia è questa: numerosi genitori degli alunni di una elementare di Mugnano (Napoli) hanno trasferito i figli in altri istituti a causa della presenza di un bimbo autistico in classe; la dirigente dell'istituto si era opposta alla richiesta di trasferimento in altre sezioni e i genitori hanno reagito portando via i figli. Poche frasi che sono un concentrato di tutto ciò che la scuola dovrebbe mettere al bando: razzismo, insensibilità, cattiveria. I genitori di Mugnano che si sono sentiti penalizzati dalla presenza in classe di un ragazzino malato, non sono migliori di quelle maestre immortalate nei video a picchiare bambini indifesi. Con la scelta di iscrivere i figli in altri istituti, anche loro è come se avessero picchiato quell'alunno disabile: non lo hanno picchiato fisicamente, ma lo hanno picchiato moralmente, comportamento che forse è ancora più odioso.
«La scuola è integrazione, è vivere tutti insieme e bene ha fatto la dirigente scolastica a non acconsentire al trasferimento in altre sezioni degli alunni», ha dichiarato all'Ansa il provveditore agli studi della Campania, Diego Bouchè.
Il ritiro degli alunni - secondo quanto accertato anche dal quotidiano Il Mattino di Napoli - è scattato dopo che la dirigente Maria Loreta Chieffo si è opposta allo spostamento in altre sezioni avanzato dai genitori degli alunni con il classe il compagno autistico.
«Ho già parlato con la dirigente - aggiunge il provveditore -. Le ho detto che sono disponibile ad autorizzare altri docenti di sostegno se me ne verrà documentata la necessità nell'ottica di venir incontro all'esigenza delle scuole». Linguaggio burocratese, che però denota buone intenzioni.
«Grande sofferenza per la famiglia del bambino autistico» è stata espressa da Toni Nocchetti, promotore dell'associazione «Tutti a scuola», impegnata sul fronte della disabilità.
«I genitori che hanno portato via gli alunni - sottolinea Nocchetti - non sanno di avere in classe qualcuno che è una risorsa per i loro ragazzi. Io che non ho figli disabili so quanto possano arricchirsi del fatto di non essere da soli».


Infine una riflessione sul caso specifico di Mugnano: «L'ingresso di quel ragazzo autistico a scuola era stato preparato come dovuto? Si è fatta una riunione per far incontrare i genitori e chiarire la situazione?».
Domande giuste. Alle quali va data risposta.

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