A caccia di un posto al sole I bimbi tornano in colonia

Inventate da Mussolini, oggi fanno risparmiare le famiglie In tre anni i baby vacanzieri sono aumentati del 40 per cento

Ma ci sarà un motivo per cui tra i sinonimi di carcere, galera, prigione, penitenziario, casa circondariale c'è anche colonia penale? In realtà si direbbe pure bagno penale. Ma, nel nostro caso, bagno e colonia, vanno a braccetto. Infatti le colonie di cui parliamo si trovavano soprattutto al mare, dove i bambini dei «poveri» venivano ospitati per «respirare lo iodio»: azione (anzi, inspirazione) che - benché priva di risultanze scientifiche - è sempre stata ritenuta salvifica per ogni tipo di malanno fanciullesco, compresi quelli mortali.
Le colonie estive, si diceva: inventate e fortemente volute da Mussolini per «temprare anima e corpo degli italiani di domani»; poi vennero le colonie delle grandi aziende-famiglia per offrire un po' di pace ai figlie dei dipendenti, reduci dalle miserie del secondo dopoguerra. Oggi che - chi più, chi meno - siamo tutti vittime della crisi (fortunatamente non bellica) ma finanziaria, ecco tornare di moda la colonia in versione moderna.
In spiaggia sono cambiati i giochi e la foggia di cappellini e costumini, ma lo spirito della vacanza di gruppo è rimasta la stessa. Sarà perché sempre più genitori sono costretti a fare di necessità virtù, certo è che negli ultimi tre anni (terribili per il nostro portafoglio) la percentuale di baby vacanzieri spediti in colonia è aumenta del 40%. Con una spesa media di 500 euro per un mese all inclusive, il piccolo di famiglia (previsti sconti in caso di invio di più figli) se la spassa alla faccia di mamma e papà costretti a rinunciare alle ferie, causa ennesimo buco della cinghia ormai così stretta da bloccare il respiro.
Da una parte l'amarcord seppiato del film Giochi in colonia di Ermanno Olmi (tra le chicche della rassegna Ho visto il mare! che l'Archivio nazionale cinema d'impresa sta dedicando proprio alle colonie estive dagli anni '50 agli anni '70); dall'altro la stringente attualità di una depressione economica che spinge gli italiani a rimodulare abitudini e riti. Magari recuperando dalla memoria ciò che di buono ci proponeva il passato. E dal garage in disuso delle vecchie occasioni, ecco rispuntare le colonie estive: nulla a che vedere con i sinonimi «carcerari» usati all'inizio, validi forse per i «balilla» del Ventennio, ma non certo per gli odierni pargoli, gran figli del web, ma pure gran figli di buonadonna.
Per chi volesse toccare con mano - ma soprattutto guardare con occhi - tali differenze epocali, suggeriamo di cliccare su www.cinemaimpresa.tv per guardare i documentari che ripropongono immagini di colonie d'antan, di quando aziende come Fiat, Olivetti, Montecatini «si occupavano delle condizioni di vita, e non solo di lavoro, dei dipendenti». A Natale arrivava infatti anche la «Befana dell'ufficio», cioè i giocattoli regalati dalla ditta ai figli di impiegati e operai che, non di rado, iscrivevano la prole anche negli asili messi a disposizione dall'azienda che, non di rado, aiutava le «maestranze» pure a trovare un alloggio. Proprio come succede oggi con licenziati, prepensionati ed esodati... Per non parlare dei disoccupati.
«Periodicamente tiriamo fuori dal nostro archivio dei documenti per pubblicarli in rete – dice Sergio Toffetti, direttore dell'Archivio nazionale cinema d'impresa –, quest'anno per l'estate abbiamo pensato alle colonie. Le colonie all'epoca di quelle “fabbriche mondo“ che volevano essere egemoni nella società esterna». Poi una considerazione di carattere etico-comportamentale: «Nei filmati c'è ovunque disciplina. I bambini fanno il segno della croce prima di pranzare, irrobustiscono il corpo sincronizzati sul bordo piscina, si tuffano nello stesso istante. Non c'era nulla nell'organizzazione delle giornate che fosse lasciato all'imprevisto. Non esistevano giornate molli, vuote.

C'erano sempre un sacco di cose da fare, con orari precisi. Giochi di squadra e sport. Le cose da fare andavano fatte e non si poteva sgarrare».
Provate a riproporre questo modello a un frugoletto di oggi. Magari rimediate un bel calcio negli stinchi.

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