Stesso nome, stesso destino. Anche a latitudini opposte. Carlo Calenda ha perso le elezioni pure in America, nel piccolo Stato di Rhode Island. A subire la batosta elettorale a stelle e strisce, però, non è stato il segretario di Azione ma il suo omonimo statunitense: il politico repubblicano Charles Calenda, battuto dallo sfidante nella corsa alla carica di procuratore generale. Quello strano incrocio, o "crossover" come lo chiamerebbero oltreoceano, è arrivato alle orecchie del leader politico nostrano, che sui social ha ironizzato sulla curiosa somiglianza di nome e di sorti politiche.
Calenda, l'ironia sull'omonimo americano
Su Twitter il volto del Terzo polo italiano ha rilanciato i dati elettorali statunitensi e, evidenziando la sconfitta di Charles Calenda, ha commentato: "Nomen omen". Con un'apprezzabile autoironia, il leader di Azione ha così scherzato sulla schiacciante batosta del suo onomimo di Rhode Island, che nel piccolo Stato americano aveva ottenuto solo il 38,4% delle preferenze a fronte del 61,6% dello sfidante democratico Peter Neronha. In fatto di posizioni politiche, in realtà il senatore italiano sarà probabilmente più vicino a quest'ultimo, ma questi sono dettagli. A livello di ironie, quell'omonimia ha infatti scatenato reazioni divertite.
Nomen omen pic.twitter.com/Llr3860Cgw
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 11, 2022
Gli sfottò in rete
Nei commenti al post pubblicato dal leader di Azione, qualcuno ha ad esempio scherzato sul fatto che il politico americano fosse comunque riuscito a fare meglio del suo omonimo italico: "Siete molto lontani da quelle percentuali, però". E ancora: "Ma lì è il secondo polo! Un successo". C'è poi chi si è domandato ironicamente se il Calenda di Rhode Island avesse raggiunto quel risultato in coalizione con un immaginaro "Mattew Renzy".
Sempre sul filo dello sfottò, un utente ha poi scherzato pure sul nome dell'altro sfidante americano: "Nerone contro Calenda? Siamo allo showdown finale".In fondo, meglio quelle ironie degli screzi che il leader di Azione ha già intrapreso col Pd e i suoi esponenti, nell'ennesimo tira e molla tra il centro e la sinistra.
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