
È da quando avevamo vent'anni e leggevamo Rimini di Pier Vittorio Tondelli che sogniamo un'Italia come un'enorme riviera romagnola. Il divertimentificio, il non-luogo della postmodernità, la capitale del «tempo vuoto» e della seduzione di massa... Nessuno la ama come noi, non essendoci mai stati.
Ma da oggi c'è un motivo per farlo! Forte di una tradizione nell'accoglienza che non ha uguali nel Mediterraneo, splendido esempio della capacità imprenditoriale di monetizzare su tutto, l'Emilia Romagna, ultima a surfare sull'onda woke, ha varato uno straordinario progetto dedicato al turismo della comunità Lgbtq+. Obiettivo: rendere la regione una destinazione più accogliente per i vacanzieri arcobaleno, che si distinguono per un alto potere di acquisto e una spiccata propensione al viaggio. Gay, lesbiche e trans stanno meglio di tutti, dai.
Sono previste attività di formazione, creazione di pacchetti ad hoc e persino una certificazione per le varie strutture. Dopo i 30 all'ora a Bologna ci sembra la giusta priorità per la regione.
E così la Riviera, da terra dei vitelloni, delle tedesche, degli Zanza e dei galli romagnoli, diventerà spiaggia di conquista dei suprematisti gender. Bisognerà aggiungere una «h» a Riccione.
Noi siamo felicissimi, sia chiaro.
Ma ci chiediamo se volendo a tutti i costi creare spiagge, hotel e locali ad hoc per una certa categoria di persone, con tanto di bollino, non si finisca per farne dei ghetti. Offrendo forse una vacanza esclusiva. Ma non così inclusiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.