Dopo giorni di dibattiti teorici su fantomatici campi larghi, federatori e nuove coalizioni, le opposizioni si presentano al voto sul Mes in ordine sparso. Il campo largo, ironia della sorte, si spacca di nuovo alla prova dell’Aula. Se la maggioranza si divide, con Lega e FdI contrari e FI che vira sull’astensione, il no alla ratifica parlamentare della riforma del Mes genera una frattura ancora più evidente tra i banchi della minoranza. Il no di Giuseppe Conte e del suo Movimento pentastellato fa crollare il Partito democratico come un castello di carte.
Il "no" di Conte spiazza il Pd
L’intervento show di Conte, volto tra l’altro a sottolineare le differenze della maggioranza, ha l’effetto contrario. Le urla dell’ex avvocato del popolo disarcionano, per l’ennesima volta, le varie correnti del Pd. Tra riformisti indignati e massimalisti sedati, il nuovo corso dem vota a favore della ratifica ma la segretaria non riesce a nascondere la disunione delle sue truppe parlamentari. L’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, da diverso tempo ormai portavoce dell’ala riformista dem, replica piccato: “Questo voto – spiega sul suo profilo X – accomuna gli irresponsabili”. Il messaggio, più che a Lega e FdI, è indirizzato agli amici nemici grillini.
Elly Schlein prova a ricucire le distanze attaccando l’esecutivo e provando a minimizzare. Le differenze tra le forze di opposizione? "Ci sono, lo diciamo tutti i giorni – concede Schlein - Ma ci sono differenze in maggioranza – questo il ragionamento contorto della leader Pd –e nessuno dubita che possano governare insieme. Perché – si chiede – queste differenze devono impedirci di costruire alleanze?”.
La sinistra in ordine sparso sul Mes
Il motivo, direbbero i maliziosi, è presto detto: mentre la maggioranza marcia unita sui principali dossier di politica interna ed estera, il campo largo, stando alle posizioni divergenti e alle continue ambiguità, non riuscirebbe a esprimere un unico giudizio su nessuna delle questioni più rilevanti. Intanto, anche sul Mes, ormai il danno è fatto. Il numero uno di Azione, Carlo Calenda, prende la palla al balzo per attaccare la destra e accusare la sinistra. “La maggioranza si è spaccata sul Mes e così ha fatto anche il campo largo – dice il leader di Azione – Mi pare la testimonianza che questo paese non si può governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce”.
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, lo segue:"Oggi è morto il campo largo – spiega il senatore a Metropolis - non vorrete mica dirmi che Giuseppe Conte è un alleato credibile per il
Pd? Giuseppe Conte è una Meloni che non ce l'ha fatta". Stoccate a parte, il dato che l’Aula ci consegna è uno solo: la sinistra riesce a dividersi perfino quando la maggioranza non riesce a votare in modo compatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.