Cancellate 52 Province: cosa cambierà nel 2014

Alla Camera arriva il ddl Delrio per l'abolizione delle province. Ma la legge di Stabilità già ne cancella 52: ecco quali sono

Cancellate 52 Province: cosa cambierà nel 2014

Il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio ha portato alla Camera il disegno di legge che prevede l’abolizione delle Province, la nascita delle città metropolitane e la fusione dei piccoli comuni. Intanto però, con il via libera della legge di Stabilità che lunedì sarà votata dal Senato, 52 Province saranno immediatamente commissariate: alcune si fonderanno nelle aree metropolitane, altre invece spariranno. Quando in primavera scadranno i mandati, non si tornerà alle urne. A queste vanno ad aggiungersi altre venti Province già commissariate dall'ex premier Mario Monti nel 2012.

Il ddl Delrio abolisce il rinnovo dei consigli e l’elezione diretta dei presidenti già a maggio del prossimo anno. In attesa di essere cancellate dalla Costituzione, le nuove Province diventeranno enti di secondo grado con il presidente nominato dall’assemblea dei sindaci. Non solo. Il disegno di legge dà un taglio netto alle indennità: niente assessori con lo stipendio e addio gettoni di presenza. C'è, infine, una norma che riconosce la specificità montana di Belluno, alla pari di Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, ma anche in questi tre casi i presidenti verranno designati dall’assemblea dei sindaci e non dai cittadini nel segreto dell’urna. "È un provvedimento porcata che affida 17 città metropolitane ai sindaci del Pd", il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Proprio alla Camera è scoppiata una durissima polemica sulla norma della legge di Stabilità che blocca le elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali in scadenza nel 2014. La norma è stata inserita nella manovra proprio in previsione dell’approvazione della riforma Delrio che sancirà, appunto, la fine delle assemblee elettive delle province

In base alla legge di Stabilità sono 52 le Province a saltare subito a maggio. Quattro sono in Piemonte: Alessandria, Cuneo, Novara, Torino e Verbano-Cusio-Ossola. In Lombardia, invece, sono sette: Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Milano, Monza-Brianza e Sondrio. In Emilia Romagna otto: Piacenza, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Reggio Emilia e Rimini. Tre i consigli commissariati in Veneto: Padova, Venezia, Verona e Rovigo. Uno solo in Liguria: Savona. In Toscana sono otto le province a saltare: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Nelle Marche saranno commissariate Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro e Urbino. In Abruzzo via Chieti, Teramo e Pescara, mentre in Umbria decadono Perugia e Terni. In Puglia saltano Bari e Barletta-Andria-Trani, mentre in Calabria decadono Cosenza e Crotone. E ancora: Isernia nel Molise, Lecce in Puglia, Matera e Potenza in Basilcata. Tutte vie. In Campania tocca alle province di Napoli e Salerno.

Alle Province depennate da Letta si aggiungono quelle commissariate da Monti nel 2012

(Ancona, Asti, Belluno, Biella, Brindisi, Como, Genova, La Spezia, Roma, Vibo Valentia, Vicenza) e quelle commissariate dal 2013 (Avellino, Benevento, Catanzaro, Foggia, Frosinone, Massa Carrara, Rieti, Taranto e Varese).

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