Cantanti, cabaret e tv. Ecco come la camorra lava il denaro sporco

Arrestati padre e figlio, titolari della Music Live: tra gli artisti della loro scuderia (tutti ignari), celebri volti dello spettacolo

TRa gli artisti ingaggiati dalla "Music Live" anche personaggi famosi che hanno partecipato a show come "Made in Sud"
TRa gli artisti ingaggiati dalla "Music Live" anche personaggi famosi che hanno partecipato a show come "Made in Sud"

Napoli - La camorra investiva il denaro ricavato dalle estorsioni e dal traffico della droga in spettacoli e in una agenzia, la «Music live», che gestiva cantanti del genere neomelodico e cabarettisti.
Alcuni di questi artisti, il clan dell'area vesuviana «Di Gioia» (attivo a Torre del Greco) a volte li voleva per sé ingaggiandoli per sontuose feste di famiglia, in occasione di battesimi, matrimoni, cresime o compleanni. Ma, sulla cosca e sugli impresari sono piombati gli inquirenti della Dda e i carabinieri del gruppo di Torre Annunziata diretto dal colonnello Nicola Conforti.
In cella sono finiti i due titolari della «Music live», Clemente Menzione, 52 anni e il figlio Carlo di 29. Gestivano anche nomi noti della musica e del cabaret come Natale Galletta, Ciro Biondino e Gigi Finizio, quest'ultimo con tre partecipazioni al festival di Sanremo nel palmares, teatro e palcoscenici importanti di respiro nazionale.

E poi ci sono i cabarettisti, alcuni dei quali esplosi anche fuori dai riflettori napoletani e proiettati verso grandi ribalte, come la trasmissione «Made in sud» in onda su Rai 2. Tra questi gli Arteteca (Monica Lima e Enzo Iuppariello) e il «professore» Enzo Fischetti, tra i più simpatici cabarettisti di produzione partenopea (ma di origini toscane). Lui ha partecipato anche a «Zelig» e «Colorado cafè» portando sul video in maniera ironica storie di vita quotidiana.
Va subito precisato che tutti gli artisti in questione risultano completamente estranei all'indagine e alle malefatte degli indagati. Lo stesso vale per la società a cui appertenevano, la «Tunnel Produzioni srl» che ha precisato di essere «estranea» alla vicenda giudiziaria e di essere «titolare in esclusiva di ogni diritto d'immagine e di prestazione degli artisti e del relativo marchio “Made in Sud”». Lo stesso sostiene la «Malfi Music srl», società manager di Finizio che sottinea di non avere «mai avuto rapporti diretti o indiretti con altri promoter» e che «qualsiasi prestazione artistica viene fissata, contrattualizzata e fatturata unicamente dalla Malfi Music srl».

Secondo il gip di Napoli Francesca Ferri «gli indagati sono il fondamentale punto di riferimento del clan», «garantendo un supporto fidato e costante nel reimpiego del denaro proveniente dagli affari criminali». Grazie a questi soldi, infatti, padre e figlio acquistarono la Music Live di Torre del Greco, intestata a Carlo Menzione ma di cui è socio di fatto il padre Clemente che aveva la delega in banca. A riferire come funzionasse il «sistema» era stato il pentito Isidoro Di Gioia in un verbale datato 21 aprile 2013. «Io per esempio - spiegava - davo 50mila euro a Clemente per compare le date di uno o più cantanti, e lui le rivendeva poi a quote più alte». «Quando era vivo mio padre - prosegue il collaboratore di giustizia - Clemente si aggiudicava tutte le feste di piazza di Torre del Greco», con la complicità «di qualcuno del Comune che però non conosco. Se aveva 30mila euro - aggiunge Isidoro Di Gioia - 15mila li utilizzava e il residuo si divideva tra lui e mio padre». La «Music live» oltre «a gestire direttamente ed in via esclusiva un vasto gruppo di artisti» si sarebbe dunque assicurata la gestione diretta di eventi, come festival, spettacoli di piazza, cerimonie pubbliche e private, interventi televisivi e radiofonici, guadagnano una percentuale sulla esibizione di cantanti gestiti da altre agenzie di spettacolo. Una potenza riuscita anche ad entrare nel carcere di Poggioreale per curare l'organizzazione di uno spettacolo per i detenuti. I carabinieri hanno sequestrato diversi beni intestati ai Menzione: una profumeria, tre appartamenti e due auto.

Padre e figlio sono indagati per trasferimento fraudolento di valori e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita aggravate dal metodo mafioso. Ma, gli indagati avrebbero gestito affari anche al nord. Come una cornetteria tra le più frequentate di Milano Marittima.
carminespadafora@gmail.com

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